Si chiama Progetto Dna Shoah e cercherà di dare un nome alle vittime dell’Olocausto e di ricostruire i legami di parentela tra i sopravvissuti grazie alle moderne tecniche di analisi del Dna. Il progetto, annunciato dalla rivista Nature, conta tra i suoi sostenitori uno tra i massimi esperti di genetica delle popolazioni, Michael Hammer dell’Università dell’Arizona, e Syd Mandelbaum, figlio di uno dei sopravvissuti e da anni impegnato nella ricostruzione della documentazione relativa alla storia (e alle storie) dell’Olocausto.
Oltre sei milioni di ebrei uccisi non sono stati cremati, ma sepolti e i loro resti vengono continuamente alla luce in tutta Europa, soprattutto in Polonia e in Germania. La possibilità di ottenere informazioni anche da frammenti di ossa renderà possibile ricostruire in molti casi i rapporti di parentela e rivelare le identità delle persone uccise.
Le informazioni ottenute dal confronto delle sequenze di Dna aiuteranno le organizzazioni internazionali che lavorano per il ritrovamento e il ricongiungimento di persone disperse nel corso della seconda guerra mondiale. Con il consenso informato, inoltre, i dati raccolti in un database di sequenze genetiche potranno servire in futuro per le ricerche sulle malattie genetiche. (t.m.)