C’è tutta la storia dell’Universo nella prima mappa a microonde realizzata dal telescopio spaziale Planck: un’immagine a “tutto tondo” e in alta definizione ricostruita grazie ai rivelatori di radiazione elettromagnetica di cui è dotato il satellite, sensibili a nove diverse frequenze elettromagnetiche.
Planck è stato lanciato dall’Ente spaziale europeo nel 2009, insieme al satellite Herschel, per studiare le origini dell’Universo attraverso la radiazione di fondo a microonde (CMB), o radiazione fossile, il segnale originato circa 14 miliardi di anni fa che rappresenta la prima luce dell’Universo, diffusa subito dopo il Big Bang. Il satellite è dotato di nove diversi rivelatori di microonde che coprono un ampio intervallo di frequenze: dai 30 agli 857 GHz (Giga Hertz). I dati raccolti dall’agosto del 2009 fino allo scorso giugno (la procedura è illustrata nell’animazione) sono stati integrati ed elaborati per ottenere una rappresentazione visiva delle radiazioni. Nella mappa diffusa oggi, le alte e le basse latitudini rappresentano la radiazione fossile, offuscata nella parte centrale dalle emissioni della via Lattea, di più recente formazione. Ma grazie all’estrema sensibilità della strumentazione di Planck, attraverso complessi software di analisi ed elaborazione delle immagini sviluppati ad hoc gli scienziati potranno ottenere le immagini distinte del fondo cosmico e delle emissioni galattiche.
“La radiazione fossile che riusciamo a intravedere dietro il velo di foschia della galassia giunge a noi direttamente dalla sua infanzia, dopo aver viaggiato per circa quattordici miliardi di anni”, ha spiegato Reno Mandolesi, direttore dell’INAF-IASF Bologna e responsabile del LFI (uno strumento per misurare la temperatura dell’universo bordo di Planck) nel corso della presentazione della mappa a microonde all’European Open Science Forum in corso a Torino. “Le sue strutture granulari, le anisotropie, ci raccontano di una fase primordiale chiamata inflazione cosmica, che ebbe luogo una frazione di secondo dopo il Big Bang, durante la quale l’Universo si è espanso improvvisamente di oltre quaranta ordini di grandezza”. (a.l.b.)
Articolo interessantissimo e video affascinante, ma correggete i cognomi, ci sono dei refusi, due “Plank” e uno “Hershel”… Saluti, V.
non la ritengo un’immagine scientificamente attendibile, lo dimostra il post su questo serissimo blog di divulgazione scientifica:
http://ilrinascimento.it/big-bang-teoria-falsa-tutto-un-magna-magna