Cervello, le connessioni della materia bianca

Per la prima volta, dei neuroscienziati sono riusciti a creare una mappa delle connessioni fondamentali della materia bianca, mostrando che non tutti i collegamenti nel nostro cervello hanno la stessa importanza.  Lo studio, pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, ha importantissime implicazioni per la comprensione di molte malattie e di alcuni danni al cervello: esaminando nel dettaglio le connessioni che hanno più influenza, infatti, gli scienziati non solo sono riusciti a tracciare la prima mappa di legami della materia bianca, ma hanno anche osservato quali di questi contatti potrebbero essere più facilmente danneggiabili.

“Abbiamo coniato il termine impalcatura della materia bianca perché questo network definisce l’architettura dell’informazione che supporta le funzioni del cervello” ha spiegato l’autore John Darrell Van Horn, della University of Southern California “Tutte le connessioni nel cervello hanno la loro importanza, ma alcuni link sono più rilevanti di altri.”

Usando dati di risonanze magnetiche ottenuti da 110 partecipanti, Van Horn e il collega Andrei Irimia hanno simulato le conseguenze del danneggiamento di ognuno dei collegamenti della materia bianca nel cervello.

Dallo studio è risultato che le aree più importanti di materia bianca e grigia (la materia grigia è la parte più esterna del cervello, quella che contiene i neuroni, dove le informazioni sono processate e conservate) non sono sempre sovrapposte: in particolare, le aree più vulnerabili della materia bianca non corrispondono ai collegamenti con le aree più vulnerabili della materia grigia, il che potrebbe spiegare perché a volte piccole lesioni causino effetti devastanti.

“A volte le persone si riprendono da traumi che sembrano estremamente gravi; altre persone con lesioni minori soffrono invece di seri effetti clinici” ha spiegato Van Horn “Questa ricerca ci aiuta a capire meglio i traumi cerebrali e a capire cosa rende alcuni collegamenti della materia bianca particolarmente vulnerabili e importanti.”

Riferimenti: Frontiers in Human Neuroscience doi: 10.3389/fnhum.2014.00051

Credits immagine: USC Institute for Neuroimaging and Informatics

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here