Ergastolo per recidivi, colpevoli di “omosessualità aggravata”. Sono le parole apparse nella legge anti-gay firmata questa settimana dal presidente dell’Uganda Yoweri Museveni, con la quale l’omosessualità (e la “promozione dell’omosessualità”) nel paese viene ulteriormente criminalizzata, come fosse un reato. Ma le criticate autorità ugandesi hanno anche aggiunto che eventuali ripensamenti potranno essere fatti solo se gli scienziati dimostreranno che l’orientamento sessuale è determinato prima della nascita. Rispondendo alle richieste provocatorie dell’Uganda, J. Michael Bailey, professore di psicologia alla Northwestern University di Evanston (Illinois), affida al New Scientist le sue dichiarazioni in merito a omosessualità e scienza.
Partendo dal presupposto che al momento, precisa Bailey, nessuno scienziato possa spiegare completamente cos’è che lo determina, l’orientamento sessuale non può essere scelto dalle persone. “Scegliamo il nostro comportamento, ma non i nostri desideri”, spiega lo psicologo: “L’orientamento sessuale è un tipo di desiderio, indipendentemente dal comportamento associato, e quindi non è scelto”. Non è qualcosa che si impara insomma: “In Uganda c’è il timore che l’omosessualità sia socialmente contagiosa, che gli individui omosessuali più anziani possano reclutare i più giovani. Ma ci sono evidenze considerevoli che le cose non stanno affatto così. La maggior parte delle persone omosessuali ricorda di aver avuto sentimenti omosessuali prima di aver avuto qualsiasi esperienza sessuale”.
Sulla questione delle possibili influenze genetiche e ambientali (intese come qualsiasi contributo non scritto nel dna) Bailey parla di dati non chiari. Alcuni studi mostrano per esempio che i gemelli omozigoti in genere sono più simili nei loro orientamenti sessuali dei soli fratelli, suggerendo una base genetica per questo. Ma al tempo stesso lo psicologo cita quindi un proprio lavoro nel quale si mostra come, nei gemelli, anche quelli geneticamente identici, solitamente quando uno dei due è omosessuale l’altro è eterosessuale. Questo, a suo dire mostra come l’ambiente forse più della genetica influenzi l’orientamento sessuale, specificando però che “ambientale” non vuol dire un fattore “socialmente determinato”, ma qualcosa che può essere anche innato.
Per quel che riguarda strettamente i geni spiega Bailey, finora non sono stati scoperti e confermati porzioni di dna che sembrano collegati direttamente all’orientamento sessuale, anche se, un recente studio che lo vede tra gli autori insieme al collega Alan Sanders della North Shore University Health System (Illinois) suggerisce che l’omosessualità maschile possa essere influenzata da alcune porzioni genetiche. La ricerca, che ha riguardato circa 400 fratelli gay, mostra in particolare che delle regioni del cromosoma X e del cromosoma 8 influenzano l’orientamento sessuale maschile.
Infine, continua lo psicologo, così come l’orientamento sessuale non si impara, né si sceglie, non può essere cambiato: “Il comportamento omosessuale probabilmente può essere scoraggiato penalizzandolo, soprattutto se le sanzioni sono severe. Ma non vi è alcuna prova concreta che l’orientamento può essere modificato, tuttavia. E ricordiamo che cambiare ragazzi in ragazze (chirurgicamente alla nascita, per ragioni mediche, nda) non cambia i loro orientamenti sessuali. Come è possibile dunque che lo faccia la minaccia del carcere?” conclude Bailey: “Indipendentemente da ciò che determina l’orientamento sessuale, le persone omosessuali non causano più danni delle persone eterosessuali. Passerà un bel po’ di tempo prima che gli scienziati si uniscano in una comprensione comune delle cause dell’orientamento sessuale. Ma scienziati e non scienziati possono unirsi oggi dietro una visione condivisa dei diritti umani che include pari diritti per tutte le persone, indipendentemente dalla loro sessualità”.
Via: Wired.it
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