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Artrite psoriasica, cinque cose da sapere

Lartrite psoriasica è una patologia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni, associata alla psoriasi. È una malattia progressiva che porta piano piano al blocco delle articolazioni e alla perdita di tessuto osseo. In Italia colpisce l’1% della popolazione, circa 600mila persone. Che spesso arrivano a essere diagnosticate, e quindi curate, con un ritardo di 3-4 anni rispetto all’esordio dei primi sintomi. Insieme a Ignazio Olivieri, presidente della Società Italiana di Reumatologia, facciamo il punto su questa malattia.

Fattori di rischio per l’artrite psoriasica

Il 20-30% dei pazienti affetti da psoriasi prima o dopo avranno l’artrite psoriasica. La maggior parte delle persone sviluppa prima la psoriasi e poi l’artrite, ma può anche avvenire il contrario. La malattia colpisce più frequentemente la fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni e in ugual proporzione uomini e donne. Più del 40% delle persone affette da artrite psoriasica ha una storia familiare di psoriasi o di artrite psoriasica nei parenti più stretti.

I segni per riconoscerla

Il cosiddetto dito a “salsicciotto”, dolore e gonfiore che possono colpire le dita delle mani e dei piedi, è il primo segno a cui prestare attenzione. Poi c’è il dolore e l’infiammazione nel punto in cui i tendini e i legamenti si connettono all’osso (entesite): più spesso accade a livello del tallone (tendinite Achillea) o della pianta del piede (fascite plantare). E infine il dolore lombare con carattere infiammatorio o il dolore al gluteo, correlati alla comparsa di un’infiammazione delle articolazioni tra le vertebre (spondilite) e delle articolazioni sacroiliache (sacroileite). In tutti questi casi, la comparsa è più frequentemente asimmetrica, cioè colpisce una sola parte del corpo, la destra o la sinistra.

Come si diagnostica

L’unico in grado di diagnosticare l’artrite psoriasica è il reumatologo. Non ci sono esami specifici da effettuare e la diagnosi si basa sulla valutazione del quadro clinico (segni di infiammazione a carico delle articolazioni o dei tendini, presenza di psoriasi cutanea, psoriasi delle unghie) e della storia clinica del paziente (storia di psoriasi nei familiari di I grado). Dal momento che le alterazioni tipiche dell’artrite psoriasica sono presenti anche in altre malattie reumatiche, come ad esempio la gotta o l’artrosi, trovandoci di fronte un paziente affetto da psoriasi, che arriva al nostro centro perché accusa dolore all’apparato muscolo scheletrico, dobbiamo stabilire se il paziente ha l’artrite psoriasica o un altro tipo di artrite.

Le terapie usate

La terapia dell’artrite psoriasica ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi 20 anni. Solitamente in una prima fase si ricorre ai farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) particolarmente efficaci nel contrastare sia il dolore sia la rigidità articolare, oppure per le forme più aggressive si utilizzano i cortisonici sia per via intra-articolare che sistemica. Se il paziente non risponde a questi trattamenti si passa ad altri farmaci (ex. metotrexato, ciclosporina, azatioprina).

Le moderne conoscenze in materia di biologia molecolare hanno permesso di produrre una nuova classe di farmaci cosiddetti “biologici”: questa categoria di farmaci ha sicuramente cambiato la prognosi della malattia. Queste terapie rappresentano uno dei maggiori progressi ottenuti dalla medicina negli ultimi anni in campo terapeutico, essendo in grado di attenuare la gravità e l’estensione della malattia sia a livello cutaneo che articolare. Secondo la Società italiana di Reumatologia i farmaci biologici dovrebbero essere usati di routine per il trattamento del paziente con artrite psoriasica, ma al momento vengono utilizzati solo quando le terapie tradizionali falliscono.

Il nuovo farmaco ustekinumab

Si tratta di un farmaco biologico con un meccanismo d’azione innovativo. Agisce bloccando l’interleuchina 12 e l’interleuchina 23 che sono a loro volta collegate all’interleuchina 17, molecole infiammatorie. Si tratta di un nuovo asse che potrebbe avere verosimilmente un ruolo più importante nel trattamento dell’artrite psoriasica rispetto al Tnf alfa, che è invece il target degli altri farmaci biologici disponibili.

Il vero vantaggio di ustekinumab, rispetto agli altri biologici anti Tnf, è dato dal fatto che questo trattamento risulta più efficace sulla componente psoriasica oltre che su quella muscolo scheletrica ovviamente. Questo farmaco, con il suo diverso meccanismo d’azione, ha dimostrato di essere efficace nel trattare i segni e i sintomi di tutti i pazienti con artrite psoriasica attiva nonostante precedente terapia e rappresenta una nuova ed interessante opzione terapeutica in reumatologia.

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