Annata di risvegli spaziali, quella del 2014. Dopo quello, storico di Rosetta, che ha preceduto lo sbarco, per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale, di un lander su una cometa, tra poco toccherà a New Horizons, la sonda della Nasa diretta verso Plutone. Il risveglio è infatti atteso per il prossimo 6 dicembre, in preparazione dell’approccio al pianeta nano, che avverrà a luglio 2015. A partire da gennaio per la missione entrerà nella sua fase clou, a nove anni dal lancio.
Il risveglio per la navicella – al momento a circa 4,6 miliardi di chilometri dalla Terra – sarà quello dal sonno elettronico in cui è stata mantenuta (in parte) nel suo viaggio verso il pianeta nano e sarà operato dal Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory. L’avvicinamento, atteso per il prossimo luglio, porterà la sonda a circa 10 mila chilometri dalla superficie di Plutone, diventando così l’oggetto costruito dall’uomo più vicino ad un pianeta nano.
Come ricorda Abc News, durante il suo pluriennale viaggio la sonda è stata più volta messa in ibernazione, per un totale di circa cinque anni. In questa modalità si riesce a ridurre l’usura dei dispositivi elettronici e anche i costi operativi. Risvegliandola in media un paio di volte l’anno gli scienziati sono riusciti e riescono a calibrare gli strumenti, aggiustare la traiettoria e acquisire dati scientifici.
Il risveglio del 6 dicembre prossimo verrà confermato da un segnale radio che la sonda rispedirà a Terra, dove è atteso in circa quattro ore e mezza dalla partenza. Dopo il risveglio a quel punto cominceranno le fasi di test per la navicella per accurarsi che tutti i suoi strumenti – dalla memoria al sistema di navigazione – siano funzionanti e pronti ad acquisire dati sul pianeta nano (come foto e analisi della sua atmosfera) a partire dal prossimo gennaio. Al centro delle osservazioni di New Horizon insieme a Plutone ci sarà anche Caronte, il satellite principale del pianeta nano, e i suoi satelliti minori. “Il risveglio marca la fine di uno storico viaggio attraverso il nostro sistema planetario”, ha commentato il principal investigator della missione Alan Stern del Southwest Research Institute: “Siamo quasi alle porte di Plutone!”.
Via: Wired.it
Credits immagine: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute