In occasione del XV Corso di aggiornamento sulle “Malattie infettive della pelle” organizzato dalla Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie sessualmente trasmesse, organizzato con il supporto di Leo Pharma a Viareggio dal 17 al 20 marzo, abbiamo chiesto a Giampiero Girolomoni, Direttore Dermatologia all’Università di Verona e Presidente della Società Italiana di Dermatologia (SID), di spiegarci cos’è la psoriasi e come si può trattare.
La psoriasi colpisce in egual misura gli uomini e le donne, anche se studi sull’incidenza della patologia suggeriscono che tende a manifestarsi più precocemente nella popolazione femminile. Ne sono affette circa 125 milioni di persone nel mondo e intorno ai 2,5 milioni in Italia. Nel mondo occidentale circa il 3-4% della popolazione adulta presenta lesioni psoriasiche. Può insorgere a qualsiasi età, ma nelle forme dell’adulto è più comunemente diagnosticata ai 20 e ai 50 anni d’età.
Come si manifesta la psoriasi e quali sono le forme principali?
“Si manifesta con la comparsa sulla cute di chiazze rilevate, dette per questo placche, arrossate, eritematoso-desquamative, piccole o estese. La gravità è variabile, da chiazze limitate alle sedi tipiche quali cuoio capelluto, gomiti, ginocchia o la regione sacrale e le unghie, a vaste aree che possono interessare tutto il corpo. La psoriasi può manifestarsi a qualunque età e sotto diverse forme cliniche piuttosto diverse tra di loro, le principali sono: psoriasi a placche o volgare, la più comune; psoriasi pustolosa più rara; psoriasi artropatica che colpisce, oltre la cute, le articolazioni, infatti un terzo dei pazienti psoriasici ha un’artrite che può essere anche estremamente invalidante; psoriasi guttata con piccole chiazze su tutto il corpo, di solito post-infettiva; e da ultimo, psoriasi inversa ed eritrodermica più rare”.
Malattia della pelle o autoimmune? Cos’è la psoriasi?
“Diciamo subito che la psoriasi non è una malattia contagiosa. Direi che si sa molto sulle cause ma troppo poco dal punto di vista del paziente che vorrebbe che la sua malattia potesse avere un’unica causa e una terapia semplice. Né l’una né l’altra sono purtroppo possibili. La psoriasi è una malattia con un’importante predisposizione genetica, tanto che la metà quasi dei pazienti ha un familiare affetto da psoriasi. Tuttavia è importante anche la componente ambientale. È noto che certi farmaci (sali di litio, interferoni, antimalarici), stress eccessivo, infezioni virali o batteriche, possono scatenarla. Bisogna dire che le cose sotto il profilo dei trattamenti sono molto migliorate. In genere, quando la persona si accorge delle lesioni tende a sottovalutare il problema, lo nasconde, spera che passi da solo. Solo dopo mesi si decide ad affrontare la questione con il medico di famiglia e, successivamente, con lo specialista dermatologo. Quindi può passare del tempo prima che si arrivi a una diagnosi e alla prescrizione di una terapia adeguata. Da una recente ricerca, sappiamo che circa un terzo dei pazienti che ha psoriasi non è trattato”.
La forma lieve-moderata, la più diffusa, spesso non è adeguatamente trattata: quali sono le opzioni terapeutiche disponibili?
“I trattamenti farmacologici della psoriasi si dividono in due grandi gruppi: le terapie sistemiche, indicate per le forme severe, e i trattamenti topici, utilizzati soprattutto per la psoriasi lieve-moderata. L’80% dei pazienti può essere trattato solo con le terapie topiche, il restante 20% deve assumere sia la terapia sistemica sia quella topica. Tra le terapie topiche il più recente è un trattamento innovativo rappresentato dalla combinazione in un unico prodotto di un derivato della vitamina D, il calcipotriolo, con il betametasone, un cortisonico di elevata efficacia. Questa combinazione, somministrata una sola volta al giorno, si è rivelata la novità terapeutica più importante degli ultimi anni, più efficace, più rapida e meglio tollerata rispetto alle terapie convenzionali. In più, il trattamento si prende una sola volta al giorno, e questo aiuta i pazienti a seguire la terapia e migliora la sua qualità di vita”.
Quali ostacoli per i pazienti nel portare avanti la terapia?
“Può sembrare strano ma la prescrizione di un gel o una crema è più difficile da seguire rispetto a quella di una pillola. Quanta crema devo mettere? Quanto la devo spalmare? In che momento della giornata? Sono le domande che i pazienti si fanno, e che spesso fanno al medico solo dopo la prima visita, dopo cioè che sono andati a casa e hanno provato a seguire la terapia. Per questo è importante che il dermatologo abbia tempo di spiegare al paziente in che modo eseguire la terapia”.
Credits immagine: Mysi Ann/Flickr CC
Come si chiama questa pillola
Mi interessa per mia moglie perché soffre di questa malattia abbiamo provato di tutto di più senza risultati dammi il nome di questa medicina
Potrei gentilmente sapere il nome di questo farmaco . Grazie