Circa 1 milione di persone colpite, circa 190.000 ricoveri all’anno, che generano una spesa totale di circa 3 miliardi di euro ogni anno. Lo scompenso cardiaco è un importante problema di salute pubblica e lo diventerà sempre più per l’invecchiamento della popolazione e il progresso del trattamento delle malattie cardiovascolari (coronaropatie e valvulopatie). Poco conosciuto in generale, lo scompenso cardiaco è la prima causa di morte tra le patologie cardiovascolari in Italia. La mortalità a 5 anni dopo un ricovero per scompenso cardiaco è del 40-50%, 1 paziente su 4 muore entro 1 anno dalla diagnosi. Eppure si tratta di una condizione fortemente sottovalutata: ecco quello che bisogna sapere
Cos’è lo scompenso cardiaco
Il cuore è un muscolo in grado di far circolare sangue in tutto il corpo attraverso arterie e vene. La sua parte destra pompa il sangue nei polmoni, dove riceve ossigeno, mentre la sua parte sinistra lo distribuisce ai vari organi, agli arti e al cervello. Lo scompenso cardiaco è una condizione in cui il cuore non è più in grado di pompare sangue in tutto il corpo in maniera adeguata. Questo non significa che il cuore si è fermato o è a rischio di cessare di battere. Significa che non pompa sangue come dovrebbe, cioè non si riempie adeguatamente o non ha una forza sufficiente per svuotarsi e immettere sangue in tutto il corpo. Di conseguenza, il corpo non riceve l’ossigeno e il nutrimento necessari per funzionare normalmente e questo provoca difficoltà respiratorie, spossatezza e affaticamento, tanto da rendere difficili anche abituali attività quotidiane quali andare in bagno o salire le scale.
Come si riconosce lo scompenso cardiaco
Quando cominciano i primi sintomi di scompenso si può avvertire un senso di stanchezza/debolezza o difficoltà di respiro (mancanza di fiato/respiro corto) dopo uno sforzo fisico. Possono essere presenti anche accessi di tosse notturna o episodi di vertigini associati a senso di confusione mentale. Nelle fasi più avanzate della malattia peggiorano anche i sintomi per frequenza e intensità: si può avvertire difficoltà di respirazione anche dopo semplici attività come vestirsi o camminare in una stanza.
Per alcuni pazienti i sintomi respiratori sono più accentuati quando sono distesi a letto. I sintomi respiratori sono segno di congestione e di accumulo di liquidi nel polmone. Un eccessivo e rapido accumulo di liquidi nel polmone può portare a una condizione pericolosa per la vita detta “edema polmonare acuto”, che richiede un trattamento in emergenza. Altri segni di accumulo di liquidi nel corpo sono la comparsa di gonfiore alle caviglie, piedi, gambe e aumento rapido del peso corporeo. Molto frequente anche il bisogno di urinare più frequentemente, soprattutto di notte.
Quali esami servono per la diagnosi
Una diagnosi tempestiva dello scompenso cardiaco è in grado di prevenire e rallentare il decorso della patologia. Per questo è molto importante riferire al medico i sintomi, anche lievi, soprattutto per le persone che sono nella categoria a rischio. Il medico ascolterà la storia clinica e nel corso della visita con uno stetoscopio rileverà l’eventuale presenza di liquido nel polmone e, per confermare la diagnosi, richiederà alcuni esami:
• una radiografia del torace per confermare la presenza di liquidi nei polmoni e per evidenziare le dimensioni del cuore;
• l’elettrocardiogramma per controllare la regolarità del battito cardiaco;
• l’ecocardiogramma per valutare le dimensioni del cuore, lo spessore delle pareti, la funzione delle valvole, la funzione di pompa;
• analisi del sangue tra cui il dosaggio del BNP o di NT-proBNP marcatore sensibile, utile nelle fasi iniziali quando i sintomi sono poco interpretabili.
Cosa fare quando si è scompensati
Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica a carattere evolutivo che può essere curata e stabilizzata. Il trattamento riduce i sintomi, migliora la qualità della vita ovvero rende possibile tornare a svolgere le normali attività. Ma non bisogna mai abbassare la guardia: i sintomi si possono ripresentare e la malattia può peggiorare nel tempo.
Una serie di semplici regole ed accorgimenti vengono fornite ai pazienti nel corso delle valutazioni ambulatoriali personalizzate finalizzate a stabilizzare la malattia e a migliorare la qualità di vita. Per esempio:
• smettere di fumare;
• tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa e del colesterolo;
• seguire un regime dietetico controllato ed evitare il sovrappeso;
• limitare l’assunzione di bevande alcoliche;
• controllare il peso e l’assunzione di liquidi;
• iniziare un programma di esercizio aerobico inizialmente sotto controllo medico (programma riabilitativo) e successivamente autogestito.
I nuovi trattamenti
Fino ad oggi la terapia dello scompenso cardiaco si basava sull’inibizione neuro-ormonale del sistema renina-angiotensina e del sistema nervoso simpatico. Ora però è disponibile il primo farmaco (sacubitril/valsartan) di una nuova classe la cui azione consente, per la prima volta, di potenziare gli effetti del sistema dei peptidi natriuretici mantenendo contemporaneamente l’inibizione del sistema renina-angiotensina.
“Siamo di fronte a un cambiamento radicale del nostro approccio al paziente con scompenso cardiaco”, ha affermato Michele Senni, Direttore della Cardiologia 1 dell’Ospedale ‘Papa Giovanni XXIII’ di Bergamo. Una strategia di successo, come dimostrano anche i risultati di PARADIGM-HF, il più grande studio clinico mai condotto finora nello scompenso cardiaco cronico a frazione di eiezione ridotta, che ha coinvolto 8.400 pazienti nel mondo. “In questo trial sacubitril/ valsartan è stato confrontato con enalapril, l’ACE-inibitore che rappresenta lo standard di terapia nello scompenso cardiaco”, ha spiegato Senni, coordinatore per lo studio in Italia.
“I risultati ottenuti rispetto a enalapril”, spiega il ricercatore, sono stati molto positivi sia in termini di riduzione della mortalità cardiovascolare del 20%, che dell’ospedalizzazione per scompenso cardiaco, ridotta del 21%, ma anche per la riduzione del 16% della mortalità per tutte le cause”. Risultati, questi, che nella pratica clinica si traducono non solo in un allungamento dell’aspettativa di vita, ma anche in un miglioramento della sua qualità; la fame d’aria e la grave stanchezza tipiche dello scompenso, infatti, si riducono sensibilmente e il paziente può tornare gradualmente ad una vita più attiva.
vorrei sapere quando è prevista la commercializzazione del medicinale lcz 696 per la cura dello scompenso cardiaco
Diagnosi: Scompenso cardiaco in cardiomiopatia dilatativa ipocinetica.Chiedo se in questo caso per la cura dello scompenso è sufficiente l’impiego del nuovo farmaco sacubitril/valsartan oppure è necessario anche l’impianto di ICD/biventricolare, grazie
La mia diagnosi è la seguente: DOPPLER Gadiente max transvalvolare aortico: 7 mmHg Alterato rilasciamento diastolico VS IA 1+/4+, IM O+/4+, IT O+/4+ CONCLUSIONI Cardiopatia ipertensiva. Ventricolo sinistro di normali dimensioni, cinetica e funzione sistolica complessiva. insufficenza aortica. Ascendente di ai limiti di norma. Sezioni destre nella norma. Chiedo un Vostro parere Grazie per la cortese attenzione
per quello che mi riguarda vorrei sapere da Voi quali rimedi ci sono per il mio caso?: alterato rilasciamento diastolico VS IA 1+/4+, IM 0+/4+,IT 0+/4+. Grazie per la cortese attenzione.
mi chiamo nadia gastrighelli ho 60 anni sono normolinea, nn fumo nnbevo alcolici salvo due dita di vino a pranzo e cena, dopo un ecocardiocolor dopple il medico mi dice di cambiare stile di vita. che significa? da un po di tempo .ho notato la caviglia destra un po gonfia.
Buongiorno mi chiamo Dario ho 42 anni ed ho avuto un forte scompenso cardiaco con sostituzione della valvola aortica con in totale di un mese in ospedale