Siete maniaci della palestra? Il vostro obiettivo è bruciare più calorie possibile? I vostri buoni propositi potrebbero essere disattesi, e non per colpa vostra. Non strettamente vostra, almeno. Infatti, inconsciamente il nostro cervello, in queste occasioni, rema contro di noi: è programmato per usare la minor quantità di energia possibile, anche per una semplice camminata. E pur di risparmiare, modifica e ottimizza i nostri movimenti, istante dopo istante, anche se il risparmio energetico è davvero molto piccolo: meno del 5%. Insomma, siamo pigri nel profondo.
La scoperta arriva dalle pagine di Current Biology, grazie al lavoro dei ricercatori dell’Università canadese Simon Fraser, interessati a capire il meccanismo biologico alla base di questa pigrizia. E per scoprirlo hanno chiesto ai volontari coinvolti nello studio di indossare un esoscheletro robotico che, aumentando la resistenza al livello delle ginocchia, rende più faticoso camminare. Gli scienziati hanno quindi scoperto che, dopo pochi minuti, i volontari hanno modificato la loro camminata inconsapevolmente, abbassando il loro dispendio di energie. Il consumo energetico non è quindi solo una conseguenza dei nostri movimenti, ma è un fattore che li condiziona.
“Abbiamo scoperto che le persone cambiano facilmente il loro modo di camminare e la loro andatura, per risparmiare energia” spiega Donelan. “Ovviamente tutti noi preferiamo fare le cose nel più semplice possibile: scegliamo infatti la via più breve a piedi, o di sederci piuttosto che di stare in piedi. Con questo studio abbiamo capito la base fisiologica della nostra pigrizia, dimostrando che il sistema nervoso controlla l’uso di energia e ottimizza continuamente i nostri schemi di movimento, cercando sempre la soluzione meno faticosa possibile” continua Donelan. “Adeguare il dispendio di energia in modo così rapido e preciso è un risultato impressionante da parte del sistema nervoso. E dimostra che in realtà ci vuole molta intelligenza per essere pigri” aggiunge ironicamente Selinger.
Resta ancora da capire però come il nostro organismo sia in grado di misurare in tempo reale il consumo energetico associato ai movimenti e al camminare, un processo così complesso che coinvolge il coordinamento di decine di migliaia di unità motorie muscolari.
Riferimenti: Current Biology Doi: http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2015.08.016
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