Nel mondo animale, moltissimi comportamenti sono scatenati a partire dall’olfatto, la percezione olfattiva dell’ambiente circostante: sia che si tratti del naso di un mammifero o delle antenne di un insetto, la percezione di uno specifico odore parte dall’azione combinata di molteplici recettori situati in questi organi. Stimare quanti e quali recettori siano stimolati da un particolare odore è un passo decisivo per decifrare il codice che da origine ad alcuni comportamenti animali. Ora a renderlo possibile è un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra che ha creato un modello che permette di individuare tutti i recettori stimolati da uno specifico odore. Lo studio, pubblicato su Nature Neuroscience, spiega come questo approccio permetta di identificare migliaia di recettori, tra cui potenzialmente quelli in grado di scatenare comportamenti predeterminati nei mammiferi e negli insetti.
Segnaletica odorosa
Ma quali sono questi comportamenti indotti dall’olfatto, dalla percezione di un odore nell’ambiente? Semlice: pensiamo a come le zanzare riescano a trovarci grazie alla traccia di anidride carbonica emanata dai nostri corpi, o al modo in cui i salmoni ritrovano il fiume dove sono nati a partire dalla sua “traccia olfattiva”. Si tratta di comportamenti conosciuti, tuttavia, la maggior parte dei recettori attivati da questi odori non è ancora stata identificata. “La famiglia dei recettori olfattivi è conosciuta da più di venti anni, ma l’identificazione dei singoli componenti, ciascuno stimolato da uno specifico odore, è stata costellata di problemi tecnici”, ha spiegato Ivan Rodriguez, co-autore dello studio: “Il nostro ora è un passo chiave per comprendere le regole che governano l’olfatto negli animali, inclusi gli esseri umani”.
Un modello per studiare l’olfatto
Rodriguez ha spiegato l’osservazione che ha portato allo sviluppo dello strumento: “Ci siamo accorti che nei topi, dopo una stimolazione olfattiva, si verificava un calo nella trascrizione dei geni che codificano i recettori attivati da quella precisa stimolazione”. Grazie a questa scoperta, gli scienziati hanno potuto sviluppare un approccio in grado di stimare numero e tipo di recettori stimolati in un preciso momento, in risposta a un particolare odore. Il metodo permette di identificare, in pochi giorni, migliaia di recettori e, di conseguenza, le molecole che possono attivarli o inibirli. E vale anche per l’olfatto degli insetti, tramite le antenne: “Ciò dimostra la versatilità dell’approccio, che potrebbe anche essere usato, per esempio, per identificare le popolazioni di neuroni attivi in altre regioni del cervello”.
Ma quali sono le applicazioni? Secondo i ricercatori, ce ne sono innumerevoli, come per esempio identificare gli elementi chimici in grado di scatenare particolari comportamenti in mammiferi o insetti.
Riferimenti: Nature Neuroscience doi: 10.1038/nn.4089
Credits immagine: clappstar/Flickr CC