Al latte o fondente? Per gli italiani la risposta è chiara: il cioccolato va scelto amaro, come confermano le vendite in continuo aumento. Anche la ricerca scientifica comunque ha un debole per il cioccolato fondente e da ogni parte del mondo continuano ad arrivare nuove scoperte su questo delizioso e antico cibo. E dal cuore al cervello, ogni parte del corpo sembra beneficiare del consumo giornaliero di piccole quantità di cioccolato. Ma sempre, ricordiamolo, rigorosamente amaro. È stato ormai dimostrato infatti che più il cioccolato è amaro e più fa bene. Ciò che modifica il sapore e la qualità è infatti il contenuto di cacao, un alimento detto anche “il cibo degli dei”, che contiene da molecole dotate di virtù terapeutiche: i flavonoidi.
Benefici del cioccolato fondente sull’apparato cardiovascolare
Mangiare cioccolata migliora la salute del cuore. Ce lo conferma anche la biologa esperta di nutrizione Tiziana Stallone: “Il cioccolato fondente puro a cui sono attribuite preziose proprietà curative è costituito per almeno il 70 % da cacao. Le molecole benefiche sono i flavonoidi, come gli antociani e le antocianine. Queste agiscono in modo specifico sull’apparato cardiovascolare con effetto ipotensivo e antiossidante”.
Effetti sul sistema nervoso centrale
Il senso di appagamento e la felicità che spesso scaturiscono dal consumare cioccolata hanno un’evidenza scientifica. Il buonumore è legato alla presenza di due molecole psicoattive: il triptofano e il magnesio, che promuovono la sintesi della serotonina, l’ormone del buonumore.
Nel 2014, uno studio del Columbia University Medical Center ha rilevato alcuni benefici dei flavonoli, antiossidanti presenti anche nel cacao, seppure in quantità modesta. Uno studio dell’University of South Australia, pubblicato sulla rivista Appetite, avrebbe invece dimostrato che l’assunzione del cioccolato fondente migliora le capacità cognitive, come la memoria visiva, l’abilità linguista e quella verbale. Ciò è dovuto ai flavonoidi che agiscono proteggendo i neuroni dai danni ossidativi.
Prevenzione del diabete
Anche il diabete può essere curato mangiando cioccolata fondente, perché la presenza degli antiossidanti influenza l’insulino resistenza e, di conseguenza, riduce il rischio di diabete. Inoltre il cioccolato fondente al 70% ha un indice glicemico basso a differenza delle altre varianti al latte o alla nocciola e per questo è anche un ottimo snack per i diabetici, sempre consumato in piccole porzioni di venti grammi.
Vantaggi per la flora batterica intestinale
Due recenti studi pubblicati su Science hanno dimostrato che mangiare cioccolato fondente modifica e rafforza la qualità della flora batterica intestinale e migliora la salute dell’intestino, con benefici per il tutto il corpo. L’effetto “cioccolato” sulla biodiversità dei batteri intestinali potrebbe avere anche un risvolto terapeutico, nonostante gli scienziati siano ancora cauti a riguardo.
Nello sport
Uno studio dell’University of Kingston di Londra, pubblicato nel 2016 sul Journal of International Society of Sport Nutrition, ha dimostrato che il consumo di 40 g giornalieri di fondente migliora la prestazione sportiva dei ciclisti. Grazie a questo prezioso snack gli sportivi sono infatti in grado di percorrere distanze più lunghe con un consumo di ossigeno più basso. Le conclusioni possono essere estese anche ad altri sport.
Effetto “salva sorriso”
“Il cioccolato fondente al 70% o più è un alimento acariogeno” ci ricorda Stallone. “Altri tipi di cioccolato, come quello al latte o al gianduia, alimentano invece la carie dentale”.
Benefici sul sonno
L’insonnia potrebbe essere contrastata semplicemente mangiando cioccolata, come ha dimostrato uno studio dell’University of Edinburgh pubblicato su Nature. Il segreto è il magnesio, un minerale contenuto anche nel cioccolato (146 mg per 100 g) e rivelatosi determinante per regolare la fisiologia del sonno e il ritmo circadiano.
Cioccolato: quanto ne va mangiato?
La nutrizionista Tiziana Stallone ci da delle indicazioni precise sui tempi e i modi in cui consumare cioccolato: “Per chi lo gradisce si può assumere come un dolce di fine pasto in piccole quantità di 20g nei casi di sovrappeso o di 40g per gli individui normopeso e gli sportivi. Non è consigliato nei casi di reflusso gastroesofageo poiché contiene sostanze come la caffeina e la treobromina, che lo favoriscono. Si suggerisce di evitarlo anche nei casi di gotta ma non ci sono ancora molte evidenze scientifiche a riguardo. In ogni caso, non bisogna mai esagerare: spesso al cioccolato vengono attribuite infinite proprietà che non sono però accompagnate dall’evidenza scientifica, e una certa superficialità nella comunicazione può spingere a un’assunzione smodata di questo alimento. Inoltre i bambini dovrebbero essere educati da subito al fondente ma spesso il cioccolato al latte è confezionato in modo più accattivante e risulta anche più gradito. I benefici reali sono legati però al cioccolato fondente al 70% o superiore a questa percentuale, che contiene quindi molto cacao”.
Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara