Il rumore del traffico stradale è diventato ormai un compagno tanto sgradito quanto inseparabile delle nostre giornate, specie di chi vive nelle grandi città. Tuttavia, in alcuni casi l’inquinamento acustico sta addirittura superando la soglia dei 90 decibel (dB), il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità per evitare danni all’udito. A rivelarlo è una ricerca realizzata da Amplifon in occasione della European Mobility Week, in corso dal 16 al 22 settembre, che ha misurato il livello dei decibel nelle strade di 20 città italiane.
Le strade più rumorose si sono rivelate quelle di Palermo, dove nella fascia oraria tra le 12 e le 14 si sono registrati fino a 92,6 dB. Nella top five delle città italiane più rumorose, seguono poi Firenze (88,6 dB), Torino (86,8 dB), Milano (86,4 dB) e Roma (86 dB). In fondo alla classifica, invece, le strade più silenziose, almeno rispetto alle precedenti, sono risultate essere quelle di Catanzaro (75 dB), precedute da quelle di Bari (75,2 dB) e Potenza (75,6 dB).
Lo studio ha anche tracciato un identikit delle ‘vittime-tipo’ italiane del rumore da traffico, mostrando che si tratta soprattutto di donne (56%), con un’età media di 47 anni e per lo più impiegate e insegnanti (32%).
“Le strade italiane arrivano spesso a superare anche gli 85 dB”, spiega all’Adnkronos Guido Conti, responsabile Unità operativa di audiologia dell’Istituto di clinica otorinolaringoiatrica, Fondazione Policlinico universitario Gemelli di Roma, “e ciò è preoccupante se si pensa che il rumore, anche a livelli inferiori, può interferire con la comunicazione verbale, quindi con la concentrazione, lo stato di stress, il rendimento scolastico e lavorativo, fino a diventare causa di incidenti”. Secondo lo specialista, i più esposti a questi effetti sarebbero gli anziani, i bambini e chi già presenta disturbi di udito e comunicazione.
Ma ci sono anche crescenti evidenze scientifiche che l’inquinamento acustico possa costituire una minaccia per la salute. “Il rumore può causare insonnia e sonnolenza notturna e favorire l’obesità”, sottolinea Conti. Tuttavia, a essere più a rischio sembra la salute cardiovascolare. “Ancora più allarmante è la correlazione, probabilmente mediata dagli effetti sui sistemi neuro-vegetativo ed endocrino e sul ritmo sonno-veglia – spiega Conti – tra rumore urbano e ipertensione arteriosa, ischemia cardiaca, accidenti cerebro-vascolari e mortalità in generale”. E non bisogna dimenticare le conseguenze di tutto questo rumore sull’udito: “L’esposizione sonora, a partire da livelli di 75-85 dB, può danneggiare l’organo sensoriale causando un deficit uditivo irreversibile, che peggiora con l’aumento del livello e della durata dell’esposizione”, conclude lo specialista.
Via: Wired.it