Il sonno è qualcosa diineludibile per tutti, dal primo all’ultimo, ma troppo spesso lo consideriamo un optional, l’elemento della nostra vita a cui si può togliere tempo per lavorare, festeggiare, viaggiare, fare sport. Ma a che prezzo? Ogni cellula e qualsiasi funzione del nostro corpo ha bisogno del sonno, più o meno otto ore a notte, e più o meno a orari costanti. Se questo non succede, ne risentiamo, inevitabilmente, e da molti punti di vista: salute, umore, performance, memoria, e, in generale, durata della vita. È proprio così: se dormi di meno, vivi di meno. Lo dice chiaro e forte nel suo libro “Why we sleep” Matthew Walker, scienziato del sonno da più di vent’anni alla Berkeley University of California, snocciolando dati e risultati di ricerche scientifiche a volte di non immediata comprensione, ma capaci di guidarci nell’affascinante mondo di Morfeo e di mostrare perché è così importante abbandonarsi alle sue braccia. Non disponibile al momento in italiano, lo potete leggere in lingua originale.
Vi siete mai chiesti perché c’è chi la mattina è intrattabile, inappetente, e ha l’impressione di non svegliarsi veramente, a meno di non assumere dosi massicce di caffeina? E perché c’è invece chi si sveglia sempre, inevitabilmente, all’alba? È la nostra natura, ricorda lo scienziato: esistono i gufi, ovvero chi non riesce ad addormentarsi presto e dormirebbe fino a ora di pranzo, e le allodole, che crollerebbero prima di cena e non riescono a dormire oltre l’alba. E poi ci sono tutte le sfumature intermedie. Sulla quantità di sonno necessaria, invece, non c’è molta variabilità: dormire meno di otto ore è deleterio per tutti. I bambini, però, più piccoli sono e più devono dormire, almeno 12 ore nei primi anni di vita. Anche da adolescenti si ha bisogno di dormire di più, pena l’impedimento del corretto sviluppo cerebrale. Eppure proprio in questa età si ha uno spostamento verso il modello gufo: addormentarsi dopo per svegliarsi più tardi (lo tengano a mente i genitori amanti delle sveglie mattutine nei giorni di vacanza). Ma pensiamo anche agli orari scolastici: costringere i ragazzi a svegliarsi alle 7, o addirittura prima, ogni giorno, per anni, è quanto di peggio si possa fare per il loro sviluppo.
Non solo è fondamentale dormire ma anche farlo negli orari fisiologici per ognuno, per non rischiare di alterare le fasi del sonno: le fasi non rem e rem (rapid eyes movement). Le fasi si alternano all’interno di cicli di circa 90 minuti, in proporzioni diverse a seconda del momento della notte: nelle prime ore di sonno prevale il sonno non rem, mentre nelle ultime il sonno rem. Se cambiamo il nostro orario di sonno fisiologico, una delle fasi ne risentirà inevitabilmente, ed entrambe sono necessarie per il nostro organismo. Il sonno più profondo, quello detto non rem, è quello in cui non sogniamo, in cui il cervello è “irrorato” da onde elettriche regolari, e durante il quale avviene una pulizia e organizzazione di tutte le informazioni ricevute durante la giornata. È la fase fondamentale per la nostra memoria. La fase rem invece è quella dei sogni, essenziale per la creatività e per la rielaborazione delle esperienze quotidiane. Durante i sogni, infatti, andiamo a ripescare le nostre esperienze passate per metterle in relazione con quelle recenti, e aiutarci così ad affrontarle.
Memoria e creatività non sono le sole a risentire della carenza di sonno. Molte malattie sono correlate col dormire poco, come Alzheimer e demenze, e anche il metabolismo è influenzato dal sonno: è più facile essere obesi se si dorme poco – tendiamo a preferire cibi più zuccherati e più grassi – e sviluppare il diabete. Ma c’è di peggio, ammonisce Walker. Le cellule del sistema immunitario natural killer, che hanno il ruolo di individuare e uccidere le cellule tumorali che possono svilupparsi nel nostro organismo, si riducono del 70% se dormiamo poco (quattro ore) anche solo per una notte. Pensate se dormiamo sempre meno del dovuto. Infatti il legame fra tumori e mancanza di sonno è noto e confermato in letteratura. Anche sui disturbi dell’umore c’è da sbizzarrirsi: depressione, sbalzi di umore, irrazionalità. Insomma, è difficile stare bene se si dorme poco.
Il libro di Walker non si limita però a condannare le malsane abitudini di riposo diffuse nella società, ma parla del sonno a 360 gradi. Spiega, per esempio, come si è evoluto, come è diverso negli esseri umani rispetto ad altre specie, a cosa servono le diverse fasi del sonno e come cambiano durante la vita, da quando siamo nella pancia della mamma a quando diventiamo anziani. Il ciclo sonno-veglia, che è regolato dalla luce e dai pasti, dipende anche dal nostro orologio interno, per ognuno diverso. Walker ci parla poi anche dei sogni, a cosa servono e perché sogniamo, e come la ricerca sia arrivata a decodificarli, capendone ancora meglio l’importanza. L’autore spiega come il sonno sia indispensabile per tutte le funzioni biologiche, e un capitolo è dedicato alle malattie del sonno: quali sono, come funzionano, e se esistano stratagemmi per risolverle.
Infine Walker lancia un appello: la lontananza della società dal bisogno primario fondamentale degli esseri umani ci si ritorce contro, anche in termini economici, e propone delle soluzioni che potrebbero rispettare le necessità fisiologiche di ognuno, come, per esempio, orari di lavoro flessibili.
È necessario un cambiamento di rotta per avere un mondo più riposato e felice.