Tutto quello che dovete sapere sull’eiaculazione precoce

Eiaculazione precoce

Un arciere che scocca la sua freccia senza neanche essersi accorto di averla tirata fuori dalla faretra. Metafora forse poco scientifica, ma che rende bene l’idea di uno tra i disturbi sessuali maschili più comuni: l’eiaculazione precoce, che, stando alle ultime stime, interessa – seppure con gravità diverse – quasi un maschio in età fertile su cinque. Se si allarga la platea agli uomini che sostengono di aver sperimentato almeno una volta nella vita un mancato controllo dell’eiaculazione, la cifra sale a sette maschi su dieci. E sebbene la durata dei rapporti (la cosiddetta latenza eiaculatoria intravaginale, il tempo che trascorre tra la penetrazione e l’eiaculazione) tenda normalmente a diminuire nel corso degli anni, l’eiaculazione precoce sembrerebbe più un problema dei giovani. Probabilmente, legata a stati emotivi particolarmente ansiosi e anche a una minore esperienza in materia. Del resto, l’impatto psicologico di questo disturbo può variare molto: uomini con una breve latenza eiaculatoria possono non avvertire il problema, mentre altri con performance più durature possono, invece, sentire la necessità di un consulto medico.

Eiaculazione precoce, ma quanto?

Cominciamo dalle basi, cioè dall’inquadramento preciso del disturbo. Cosa tutt’altro che semplice: “Dal punto di vista strettamente accademico”, ci spiega Emmanuele A. Jannini, ordinario di medicina della sessualità all’Università Torvergata di Roma, “l’eiaculazione è definita precoce quando avviene entro tre minuti dall’inizio della penetrazione. Questa definizione, però, è poco utile nella pratica clinica, dal momento che pochi uomini [fortunatamente, nda] tengono d’occhio il cronometro durante il rapporto sessuale”. Porre la questione in soli termini di tempo, inoltre, è limitativo: in generale, non esiste una durata “giusta” per un rapporto sessuale, e quel che conta è il grado di soddisfazione di chi vi partecipa. Se, mediamente, il tempo che trascorre tra la penetrazione e l’eiaculazione è di 4-8 minuti, ci sono però coppie che ritengono di avere una vita sessuale assolutamente normale avendo rapporti che durano meno di un minuto. E ci sono uomini che si preoccupano della propria perfomance anche se questa supera i quattro minuti.

“Una definizione più utile e generale”, prosegue l’esperto, “sancisce che l’eiaculazione precoce è quella che avviene ‘senza controllo’ da parte dell’uomo”. Esistono, inoltre, varie forme di eiaculazione precoce: il disturbo si dice primario se si manifesta sin dai primi rapporti sessuali, e secondario (o acquisito) se insorge nel corso della vita. Inoltre, può essere un problema generalizzato, nel caso in cui sia sempre presente, o situazionale, se invece legato a determinate situazioni o partner. Nei casi più gravi, infine, quelli in cui l’eiaculazione avviene ancor prima dell’inizio della penetrazione, il disturbo è detto ante portas, o più colloquialmente “eiaculazione nei blue jeans”.

A soffrire di eiaculazione precoce, specie nelle forme più gravi, sono più i giovani che gli anziani – i quali possono andare incontro, con l’avanzare dell’età, al problema opposto, quello dell’eiaculazione ritardata. “In circa la metà dei casi, però”, precisa Jannini, “il disturbo è di tipo lifelong, ossia dura per tutta la vita, e dunque non è in alcun modo associato all’età”.

Un disturbo, tante cause

Le cause dell’eiaculazione precoce possono essere diverse. Problemi psicologici o emotivi, come ansia, depressione, insoddisfazione per il proprio corpo, o complicazioni relazionali possono favorire l’insorgenza del disturbo. Ma non solo: all’origine possono esserci anche fattori biologici, quali problemi ormonali, squilibri nei neurotrasmettitori presenti nel cervello, come dopamina e serotonina, infiammazioni come prostatite e vescicolite. Lo stress e la disfunzione erettile sono i principali fattori di rischio, anche se alcuni studi suggeriscono che vi possa essere una componente genetica.

La forma primaria (quella presente sin dai primi rapporti sessuali) è spesso legata a disturbi psicologici, esperienze sessuali particolarmente precoci, problemi familiari nell’infanzia, stress. L’eiaculazione precoce acquisita (o secondaria) è invece spesso associata ad altri disturbi di vario tipo, in particolare, a disfunzione erettile, ansia da prestazione o utilizzo di farmaci e sostanze psicotrope.

L’impatto sulla vita personale e di coppia

Una cosa è certa: l’impossibilità di raggiungere un’intesa sessuale soddisfacente si riflette fortemente sulla qualità di vita della coppia. Secondo uno studio del 2014, condotto su 1463 donne di tre diversi paesi (Messico, Italia e Corea del Sud), l’eiaculazione precoce ha un forte impatto negativo sulla soddisfazione sessuale della donna. In particolare, il 40% delle donne ritiene che il “poco tempo che intercorre tra la penetrazione e l’eiaculazione” sia la ragione principale della propria insoddisfazione, che, nel medio e lungo termine, aumenta la probabilità di terminare la relazione sentimentale.  Ma il disturbo ha ripercussioni anche sul benessere del maschio, che prova una soddisfazione molto minore nel rapporto e in generale è meno appagato nella vita di coppia. Con problemi a rilassarsi nell’intimità, minore facilità a parlare della propria sessualità con la partner e, a lungo andare, una forte diminuzione nella frequenza dei rapporti.

Eiaculazione precoce: che fare?

Se si pensa di soffrire di eiaculazione precoce è bene sapere che il problema può essere affrontato con successo, soprattutto se trattato precocemente. Ma bisogna tenere a mente che è essenziale rivolgersi al proprio medico di famiglia, poi all’andrologo e al sessuologo. Per definire la terapia è importante stabilire se il problema ha una matrice psicologica o se è innescato da disturbi fisici, trattabili con dei farmaci, e per questo può essere utile un approccio integrato che coinvolge entrambi gli specialisti. Lo psicologo specializzato in sessuologia, per esempio, può suggerire diversi approcci per arrivare gradualmente a una risoluzione del problema, spesso coinvolgendo entrambi i membri della coppia nella terapia. Ovviamente in questo caso è fondamentale la collaborazione del partner, e la volontà comune di affrontare e risolvere il problema. Il recupero della complicità di coppia è un fattore importante per l’efficacia degli interventi.

Le terapie farmacologiche

Sul fronte delle cure, le opzioni disponibili sono molte, alcune anche senza bisogno di una ricetta medica. I prodotti di facile reperibilità pensati per ritardare l’eiaculazione non mancano di certo, ma viste le connotazioni psicologiche del disturbo sarebbe importante evitare l’automedicazione (anche in caso di rimedi naturali) e affidarsi in ogni caso alle cure di uno specialista. “Dal punto di vista farmacologico”, dice Jannini, “abbiamo al momento a disposizione due trattamenti per la cura dell’eiaculazione precoce. Il primo, e più usato, è la dapoxetina, un principio attivo inizialmente usato come antidepressivo. Si tratta di un farmaco che aumenta i livelli di serotonina e aiuta a migliorare il controllo dell’eiaculazione. Il secondo è l’applicazione di spray anestetici (a base di lidocaina e prilocaina) sul glande – con l’accortezza di far trascorrere abbastanza tempo tra l’applicazione e il rapporto, per evitare che anche il partner sperimenti l’effetto anestetizzante”. Attenzione, però. “È bene ricordare”, prosegue il clinico, “che tutti i trattamenti per l’eiaculazione precoce agiscono riducendo l’eccitazione. Pertanto sono utilizzabili solo da pazienti con una solida funzionalità erettile: al contrario si rischia che i farmaci facciano insorgere, come effetto collaterale, una disfunzione erettile. Per questo motivo è indispensabile che lo specialista, prima di prescrivere il trattamento, valuti attentamente la funzionalità erettile del paziente”.

Trattamenti alternativi e tecniche di “autogestione”

Ma non ci sono solo i farmaci. Anche gli esercizi del pavimento pelvico e le terapie comportamentali mirate, volte a recuperare un maggiore controllo sui tempi di eiaculazione, hanno un certo grado di efficacia e aiutano il paziente a recuperare la propria autostima. “Tra gli approcci comportamentali più efficaci per tenere a bada il disturbo”, conclude Jannini, “ci sono infine il cosiddetto squeeze (la stretta del glande tra pollice e indice prima dell’eiaculazione) e lo stop and start, ossia l’interruzione e la ripresa del rapporto subito prima dell’eiaculazione”. L’importante, ancora una volta, è accorgersi per tempo del disturbo e discuterne senza imbarazzi con partner e specialisti: convivere con il problema infatti rischia solamente di esacerbare ansie e disturbi psicologici, col risultato di peggiorare i disturbi di eiaculazione.

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