Un asteroide così, gli scienziati forse non l’avevano mai visto. Le ultime immagini raccolte dalla missione europea Rosetta svelano infatti che 21 Lutetia non è un semplice asteroide, bensì un planetesimo, ovvero una sorta di progenitore dei pianeti. Tre studi pubblicati su Science descrivono 21 Lutetia, uno fra i più grandi membri della fascia principale degli asteroidi, come un corpo celeste denso e dalla complessa geologia, con alcune porzioni vecchie 3,6 miliardi di anni. Dati che farebbero di 21 Lutetia un testimone importante per far luce sulla formazione del Sistema Solare.
La sonda Rosetta ha sorvolato l’asteroide da una distanza di soli 3170 chilometri, pari a circa tre volte la lunghezza dell’Italia. Un punto di osservazione privilegiato, che ha permesso all’Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System (Osiris) montato sulla sonda di studiare la superficie dell’asteroide, determinandone le dimensioni. Secondo i dati di Osiris – analizzati da un pool internazionale di ricercatori fra cui Cesare Barbieri, dell’Università di Padova, coordinato da Holger Sierks dell’Istituto Max Planck per le ricerche sul Sistema Solare di Katlenburg-Lindau – i tre assi principali di 21 Lutetia misurano rispettivamente 121, 101 e 75 chilometri. La ricerca ha individuato inoltre la presenza di uno spesso strato di regolite nella regione del Polo Nord, e datato alcune porzioni dell’asteroide a circa 3,6 miliardi di anni fa, candidando così 21 Lutetia a uno dei primi abitanti del nostro Sistema Solare.
Utilizzando invece le influenza gravitazionale dell’asteroide sulla sonda durante il volo ravvicinato, grazie anche a sofisticati sistemi di tracciamento radio, il gruppo coordinato da Martin Patzold dell’Università di Colonia ha misurato la massa dell’asteroide. Conoscendone il volume è stato quindi possibile calcolare la densità media di 21 Lutetia: 3400 chilogrammi per metro cubo, che lo rende uno degli asteroidi più densi noti finora.
L’ultimo studio infine descrive i risultati ottenuti dal Visible, Infrared and Thermal Imaging Spectrometer (VIRTIS),uno strumento ideato all’INAF e realizzato con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana. Le immagini di VIRTIS hanno permesso di svelare la composizione e la temperatura superficiale di 21 Lutetia: dai -210 °C ai -28°C. “I dati provenienti da VIRTIS dimostrano come la superficie di Lutetia sia estremamente uniforme dal punto di vista della sua composizione e abbia mantenuto le caratteristiche di una crosta primordiale, ovvero formata da materiali assimilabili a meteoriti primitive, come condriti carbonacee ed enstatitiche”, ha spiegato Fabrizio Capaccioni dell’INAF-IFSI di Roma, che ha partecipato allo studio.
Nel complesso, le caratteristiche di dimensioni, densità e superficie farebbero di 21 Lutetia un asteroide completamente diverso dagli altri, più piccoli e probabilmente generati dalla frammentazione di corpi più grandi. Mentre gli scienziati si interrogano se questo renda 21 Lutetia un vero planetisimo, la missione Rosetta prosegue il suo lungo viaggio verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, alla scoperta delle origini del nostro Sistema Solare.