Ricapitoliamo: secondo lo Iarc (l’agenzia che negli scorsi mesi ha messo sotto accusa anche carne rossa e insaccati) il glifosato è una sostanza probabilmente cancerogena, ma per Efsa (European Food Safety Authority), Oms e Fao è invece improbabile che possa causare tumori. Opinioni troppo diverse per raggiungere una decisione, eppure è proprio quello che deve fare la Commissione europea, che entro il 30 giugno è chiamata a stabilire se, e per quanto, rinnovare l’autorizzazione al commercio di questo erbicida. E a poco più di un mese, un accordo sembra ancora lontano: una votazione decisiva era infatti in programma per gli scorsi giorni, ma è stata cancellata dalla Commissione quando è apparso certo che avrebbe portato per l’ennesima volta ad un nulla di fatto.
Per raggiungere una decisione vincolante, lo Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed (Paff), costituito da rappresentanti dei 28 stati membri dell’Unione, deve infatti raggiungere una maggioranza qualificata. Ma per la seconda volta (la prima votazione si è tenuta a marzo) mancavano i numeri per raggiungere una simile soglia, nonostante il negoziato della Commissione che aveva abbassato da 15 a 9 anni la durata di un’eventuale rinnovo dell’autorizzazione.
Cosa succede adesso? Tecnicamente, in caso di un voto nullo del Paff la Commissione può procedere autonomamente al rinnovo dell’autorizzazione, ma sembra che in questo caso abbia deciso di evitare. Per il glifosato, si procederà quindi unicamente in presenza di una maggioranza qualificata tra i paesi del comitato Paff.
“Se non sarà raggiunta alcuna decisione entro il 30 giugno, il glifosato non sarà più autorizzato all’interno dei confini Ue – ha commentato un portavoce della commissione – e gli stati membri saranno tenuti a ritirare le autorizzazioni a tutti i prodotti che contengono questa sostanza”.
Uno scenario simile getterebbe ovviamente pesanti ombre sull’affidabilità dell’Efsa, un’agenzia della stessa Unione europea, e per questo in molti ritengono che nelle prossime settimane la Commissione tenterà un ultimo giro di negoziati, per convincere alcune nazioni influenti che attualmente propendono per l’astensione (come la Germania) a cambiare opinione. Se anche questi si concluderanno con un nulla di fatto, il glifosato è destinato però a sparite dai campi europei. Una conclusione che, nel bene o nel male, continuerebbe inevitabilmente a far discutere, visto che il è il più utilizzato diserbante nell’agricoltura dell’Ue.
via Wired.it