Nel Mar Mediterraneo, una mega inondazione di 6 milioni di anni fa

(Foto: Ogs)

(Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale) – Nel Mar Mediterraneo sono state trovate le tracce della più grande inondazione del nostro pianeta: un’alluvione catastrofica avvenuta quasi 6 milioni di anni fa nel corso della quale, l’acqua, passando dallo Stretto di Gibilterra, ha inondato tutto il bacino mediterraneo.

Lo studio, che è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Scientific Reports, è stato guidato da Aaron Micallef dell’Università di Malta e da Angelo Camerlenghi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, e ha coinvolto, oltre ad altri ricercatori OGS, anche ricercatori dell’ICTJA-CSIC (Spagna), dell’Università di Brest/CNRS (Francia), dell’Università di Catania, dell’Università di Kiel e GEOMAR (Germania).

Il team internazionale ha dimostrato come l’alluvione, nota come alluvione Zancleana, abbia messo fine alla cosiddetta Crisi di Salinità Messiniana, un periodo durante il quale, circa 6 milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo si trasformò in un gigantesco lago salino a causa del restringimento della sua connessione con l’Oceano Atlantico e dell’intensa evaporazione. Una delle teorie proposte per spiegare il ritorno del Mar Mediterraneo alle normali condizioni marine alla fine della crisi di salinità, circa 640.000 anni dopo, è un’alluvione passata attraverso lo Stretto di Gibilterra.

Esaminando la più completa raccolta di dati di fondali marini provenienti dalla Sicilia orientale e dalle isole maltesi, i geologi hanno scoperto nelle profondità abissale del Mar Ionio una vasta massa di sedimenti sepolti che si pensa siano stati erosi e trasportati dall’alluvione Zancleana. Questa massa di detriti corrisponde a un’area equivalente a quella dell’isola di Creta e, in alcuni punti, ha uno spessore che raggiunge i 900 metri. Il passaggio dell’inondazione Zancleana attraverso la scarpata di Malta – un’enorme falesia calcarea sottomarina, al tempo parzialmente emersa – ha provocato una cascata alta 1,5 chilometri (equivalente a cinque volte l’altezza della Torre Eiffel). Questa acqua ha eroso un canyon di 5 chilometri di larghezza e 20 chilometri di lunghezza sul fondale marino che è ancora preservato sott’acqua al largo della città di Noto (Sicilia sud-orientale).

“Questa scoperta è molto importante perché dimostra che il livello del Mar Mediterraneo durante la crisi di salinità è diminuito di oltre un migliaio di metri e che la fine della crisi di salinità è coincisa con una catastrofica alluvione che ha colpito l’intero Mar Mediterraneo, prima attraverso lo stretto di Gibilterra e poi attraverso la Sicilia meridionale” spiega Angelo Camerlenghi. “I dati di sottosuolo, in parte acquisiti dalla nave oceanografica OGS Explora, sono stati elaborati nei nostri laboratori e sono stati integrati con l’analisi topografica della Scarpata di Malta effettuata dai colleghi Maltesi. La scoperta pone un altro tassello alla risoluzione della più antica e longeva controversia scientifica nel campo delle scienze della Terra: l’origine della crisi di salinità del Mediterraneo”.

Riferimenti: Evidence of the Zanclean megaflood in the eastern Mediterranean Basin; Aaron Micallef, Angelo Camerlenghi, Daniel Garcia-Castellanos, Daniel Cunarro Otero, Marc-André Gutscher, Giovanni Barreca, Daniele Spatola, Lorenzo Facchin, Riccardo Geletti, Sebastian Krastel, Felix Gross & Morelia Urlaub; Scientific Reports

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