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Delfini, a lezione di nuoto

I giovani delfini nuotano attaccati alla madre per sfruttarne al meglio la scia e per ridurre al minimo gli sforzi necessari a nuotare. Questa simbiosi viene meno quando i delfini sono costretti a fuggire dalle barche o dalle reti dei pescatori. In tal caso, infatti, le madri, essendo delle migliori nuotatrici, sono costrette a separarsi dai figli che spesso non ritroveranno più. Questi sono i risultati di una ricerca condotta da Daniel Weihs dell’Israel Institute of Technology. Dopo aver modellato le complesse interazioni idrodinamiche tra due oggetti a forma di delfino, il ricercatore israeliano ha dimostrato come il moto dell’acqua intorno ai due cetacei, genera due grossi effetti. Il primo è simile all’effetto scia conosciuto nel ciclismo, mentre il secondo permette al giovane di ricevere gran parte della spinta necessaria al nuoto. Inoltre, in tal modo, le madri insegnano ai figli i pericoli del mondo marino, per renderli indipendenti. Questa scuola, però, può non arrivare a termine, con effetti disastrosi sulla sopravvivenza dei piccoli. In situazioni di pericolo, infatti, le madri sono costrette ad aumentare la velocità, perdendo il contatto con il figlio che, nella maggior parte dei casi, trova una morte prematura. In tal modo, si potrebbe anche spiegare l’abbassamento delle popolazioni di delfini in alcune zone oceaniche dove è in atto (o c’è stata) un’intensa attività di pesca. (a.l.)

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