Giovanni Carrada
Comunicare la scienza. Kit di sopravvivenza per ricercatori
Sironi Editore, 2005
pp. 160, euro 10,00
I tempi in cui lo scienziato faceva solo lo scienziato sono finiti da un pezzo. Le crescenti implicazioni sociali, politiche ed economiche della ricerca, la necessità di giustificare e ottenere finanziamenti, il dovere di rendere conto di quello che si fa e di come lo si fa, la partecipazione di soggetti differenti (cittadini, istituzioni, imprese, mass media, ecc.) nella negoziazione delle decisioni di interesse pubblico, sono alcune delle ragioni che spiegano perché la comunicazione della scienza sia diventata un aspetto cruciale, nient’affatto secondario, del mestiere del ricercatore;se fino a poco tempo fa poteva essere un optional o un’attività extra a cui si dedicavano i più creativi ed estrosi, oggi è diventato essenziale. Basti pensare che tra i requisiti richiesti per usufruire dei finanziamenti europei alla ricerca c’è quello specificare nel progetto il piano di “dissemination” dei risultati che si ottengono. Nella società della comunicazione, la scienza non può più esimersi da questo compito: “se è vero”, afferma Giovanni Carrada, biologo e giornalista, con una decennale esperienza nella comunicazione della scienza e della tecnologia, materia che insegna all’Università di Siena e di Roma Tor Vergata, “che le ricadute di scienza e tecnologia sono troppo importanti per essere lasciate nelle sole mani degli scienziati, è anche vero che i rapporti fra scienza e società sono troppo importanti per lasciarne fuori proprio loro”.
Ma imparare a comunicare è possibile? Come per ogni altra professione, non si diventa efficaci comunicatori leggendo un manuale di istruzioni. Tuttavia in questo settore, forse più che in altri, essere consapevoli di quali sono le regole di base da seguire e saper padroneggiare gli strumenti per metterle in atto è il primo passo per non andare incontro a un probabile fallimento. E in questo senso, il libro di Carrada è un punto di partenza di sicuro aiuto per i ricercatori, ma anche per insegnanti e aspiranti giornalisti, perché oltre ai contenuti, chiari ed essenziali, è esso stesso un modello di come sia possibile tradurli nella pratica. Un esempio di comunicazione ben fatta, che dispone favorevolmente chi si misura con un ambito nuovo e con registri completamente differenti. Di agile lettura, è ricco di esempi e spunti di riflessione, concepito e strutturato in modo che il lettore trovi senza fatica le risposte che cerca. Un kit di sopravvivenza, come recita il sottotitolo, per i ricercatori, ma anche un mezzo per favorire il dialogo tra l’impresa scientifica e la società, che forse conoscendosi di più si capirebbero anche meglio, contribuendo insieme a promuovere la partecipazione democratica dei cittadini e il progresso del paese.