Le esecuzioni capitali stanno diminuendo. A confermare la tendenza all’abolizionismo degli ultimi 10 anni è il rapporto sulla pena di morte presentato oggi a Roma da Nessuno Tocchi Caino. Sono 54 i paesi che la mantengono, contro i 60 del 2004 e i 61 del 2003. Nel 2005, solo 24 Stati l’hanno effettivamente praticata, due in meno del 2004 e 6 in meno di quelli del 2003. Solo gli Usa hanno compiuto più esecuzioni, 60 contro le 59 del 2004. Sul podio per numero di esecuzioni eseguite ci sono Cina, con 5 mila esecuzione delle 5494 totali, Iran (113) e Arabia Saudita (90).
In questi paesi, come in Vietnam, Sudan, Bielorussia e Corea del Nord, continuano le persecuzioni e le uccisioni per motivi religiosi e politici, i familiari delle vittime vengono avvisati a esecuzione avvenuta o sono lasciati all’oscuro, visto che vige il segreto di Stato e le poche informazioni attendibili sono quelle che giungono alle organizzazioni internazionali da funzionari e giudici locali. Comunque, i paesi che hanno deciso di abolire la pena di morte sono 142, di questi 90 sono totalmente abolizionisti, 10 lo sono sui crimini ordinari, mentre la Russia si è impegnata ad abolirla e intanto applica una moratoria sulle esecuzioni.
Le nazioni che hanno introdotto una moratoria sono 5 e gli abolizionisti di fatto sono 37. Ad aggiudicarsi quest’anno il premio “Abolizionista dell’anno” per il 2005 è stato il presidente del Messico Vicente Fox, per il suo appoggio alle riforme del Codice militare e della Costituzione, che hanno cancellato ogni riferimento alla pena di morte nella legislazione messicana. Durante la cerimonia, avvenuta in occasione della presentazione del rapporto, è stata presentata la mozione depositata alla Camera dei Deputati da esponenti di tutti i gruppi politici per il rilancio della campagna internazionale per ottenere un voto dell’Assemblea Generale Onu a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitali. (r.p.)
