Hyperion, l’ottavo satellite di Saturno per grandezza, appare come una grossa spugna. Quello che le foto raccolte dalla sonda spaziale italostatunitense Cassini avevano fatto ipotizzare nel 2005, è confermato da due studi della Cornell University e della NASA. Le due ricerche, apparse sull’ultimo numero di Nature, si avvalgono dei dati raccolti dalla sonda che ha avvicinato Hyperion quattro volte tra il 2005 e il 2006, spingendosi ad una distanza di 600 chilometri dalla sua superficie. Nota per la caratteristica forma irregolare e per la rotazione caotica, la luna di Saturno sembrerebbe uno dei satelliti più particolari finora conosciuti.
Peter C. Thomas, della Cornell University, analizzando le immagini giunte dallo spazio, mette in evidenza come la superficie di Hyperion, la cui massa è costituita prevalentemente da ghiaccio, sia porosa, costellata da un gran numero di crateri ben conservati e con diametro compreso tra i due e i dieci chilometri. Questa struttura caratteristica, non rilevata dalle immagini riprese in passato dalla sonda Voyager, sembra non avere eguali tra i corpi celesti, pur rimandando alla butterata superficie di Phoebe, un altro satellite di Saturno avvicinato da Cassini.
Il gruppo di ricerca guidato da Dale P. Cruikshank della NASA Ames Research Center, invece, si è soffermato sull’analisi dei componenti della massa del satellite. Osservando le strette somiglianze con gli spettri emessi dalla superficie di Iapetus, un’altra luna di Saturno, i ricercatori hanno ipotizzato una conformazione simile della crosta. La presenza di anidride carbonica e acqua in forma solida caratterizzerebbe, dunque, anche la superficie di Hyperion. (m.m.)