Non solo Ricther e Mercalli. Per valutare l’entità di un evento sismico i geologi disporranno d’ora in poi di una nuova scala di intensità. Si chiama Esi 2007 (Environmental Sismic Intensity Scale) ed è stata messa a punto da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat) e dell’Università dell’Insubria.
La novità sta nel fatto che essa misura gli effetti del terremoto esclusivamente sull’ambiente e non su edifici e infrastrutture. La scala Esi, presentata oggi in una conferenza stampa e ratificata lo scorso luglio dall’Inqua (International Union for Quaternary Research), come la Mercalli prevede 12 gradi di intensità e verrà utilizzata per quantificare un danno ambientale in base a parametri come le fagliazioni superficiali, abbassamenti (subsidenza) o sollevamenti (uplift) del suolo, fratture nel terreno o frane e variazioni idrogeologiche.
“Fino ad oggi i danni del terremoto sull’ambiente naturale sono stati sottostimati, pur costituendo un importantissimo fattore di valutazione” dice Sabina Porfido dell’Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero (Iamc) del Cnr di Napoli. La scala Mercalli, infatti, valuta i danni a edifici e in termini di vittime. La Richter invece misura la magnitudo di un terremoto e determina la quantità di energia liberata espressa in joule. Il nuovo strumento affiancherà per lo più le altre due scale, sostituendosi del tutto alla Mercalli per eventi superiori al X grado, quando si verifica la distruzione totale di edifici, oppure nel caso in cui i terremoti avvengano in zone disabitate, dove i danni sull’ambiente sono gli unici quantificabili. L’obiettivo dell’Esi è di definire con più precisione le zone sismogenetiche e le loro caratteristiche geologiche. (g.d.o)