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Il bersaglio ideale

Sviluppare nuove chemioterapie in grado di uccidere le cellule cancerose senza danneggiare quelle sane. Il traguardo è ancora molto lontano ma riusciamo a intravederlo. Grazie a uno studio internazionale cui ha contribuito in modo sostanziale un’equipe del Campus Ifom-Ieo (Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare – Istituto Europeo di Oncologia) di Milano infatti, è stato possibile identificare una molecola – chiamata Ndc80 – che potrebbe essere il bersaglio ideale di nuovi farmaci chemioterapici, perché attiva solo nel momento in cui la cellula si riproduce (mitosi). La ricerca, guidata da Andrea Musacchio in collaborazione con Peter De Wulf, è stata pubblicata sulla rivista Cell.

Uno dei problemi con le attuali chemioterapie è che, oltre a colpire le cellule cancerose, uccidono in parte anche le cellule sane. Questo perché i farmaci (per esempio il taxolo) colpiscono proteine che, seppur attive soprattutto nella fase di proliferazione cellulare (tipica delle masse tumorali), intervengono anche in altri processi e in altre cellule non malate. Una molecola presente solo nelle cellule che si stanno riproducendo sarebbe quindi il target ideale.

La struttura e il funzionamento di questo tipo di molecola sono stati ora svelati. Come spiegano Musacchio e colleghi, Ndc80 si comporta come una specie di “lazo” che aggancia i cromosomi al “fuso mitotico”, una struttura che si forma solo durante la mitosi. In questo modo, Ndc80 tiene i cromosomi stabilmente legati al fuso, evitando che si sparpaglino e garantendo che l’ordine dei geni sia mantenuto durante la duplicazione del materiale genetico, finché le due cellule figlie non si separano. A questo punto, la funzione di Ndc80 si esaurisce. Secondo i ricercatori quindi, un farmaco che andasse a interferire con Ndc80 non sarebbe tossico per le cellule che non si stanno riproducendo. I ricercatori italiani, insieme a quelli dell’Università della Carolina del Nord, della Colorado State University (Usa), della Sir William Dunn Pathology School (Gb), del Wellcome Trust Centre for Cell Biology dell’Università di Edimburgo e dell’Università di Londra (Gb), cercheranno ora di scoprire quale molecola possa bloccare Ndc80 per poi procedere allo sviluppo di un  possibile farmaco. (f.g.)

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