Nel giro di appena una settimana i casi di infezioni da H7N9 (vedi Galileo) sono più che raddoppiati, passando da 28 a 60. E anche il bilancio delle vittime è salito, confermando l’alto tasso di mortalità della nuova influenza aviaria: sono infatti tredici i morti in seguito all’infezione. Sono questi gli ultimi aggiornamenti sulla nuova forma virale che sta colpendo in questi giorni la Cina, dove l’infezione resta confinata, dopo aver raggiunto Pechino e con questa la parte più orientale del Paese.
Per quanto riguarda invece le modalità di infezione anche i nuovi casi registrati sarebbero imputabili al contatto con volatili infetti, mentre, come riporta la Bbc, non sono stati ossevati casi di infezione tra le persone venute in contatto con le vittime dell’influenza. Il virus quindi non sarebbe al momento capace di trasmettersi tra umani, scongiurando il pericolo di una pandemia.
Eppure, uno studio pubblicato su Eurosurveillance, che ha analizzato sequenze di H7N9 estratte da alcuni volatili e vittime umane del patogeno, indica che la nuova forma influenzale si starebbe adattando anche alle cellule umane, come spiega anche Yoshihiro Kawaoka della University of Wisconsin-Madison: “I campioni umani, ma non quelli aviari e ambientali, hanno una mutazione in una proteina che permette la crescita efficiente nelle cellule umane e che inoltre permette loro di crescere a una temperatura che corrisponde a quella del tratto respiratorio superiore negli esseri umani, che è inferiore a quella che si trova negli uccelli“.
Questi dati, spiegano i ricercatori, sottolineano il potenziale pandemico del virus e l’importanza di continuare a monitorare da vicino la situazione e l’evoluzione del patogeno.
Riferimenti: Eurosurveillance Volume 18, Issue 15, 11 April 2013
Credits immagine: James Gathany/Cdc/Wikipedia