Obiettivo ‘accesso all’acqua potabile’: raggiunto. Tra il 1990 e il 2010 oltre due miliardi di persone hanno avuto accesso a fonti migliorate d’acqua, come forniture tramite reti idriche e pozzi in cui la qualità del liquido è soggetta a controllo. Quella di dimezzare la percentuale di persone che non hanno accesso a questa risorsa indispensabile era una delle sfide più ardue tra quelle fissate dai Millennium Development Goals, ed è stato raggiunto nel 2010, con cinque anni di anticipo rispetto alla scadenza del 2015. A dirlo è il rapporto “Progress on drinking water and sanitation 2012”, realizzato dall’Unicef e dall’Oms nell’ambito del Joint Monitoring Programme for Water Supply and Sanitation (Jmp).Ma c’è ancora molto da fare: ancora 780 milioni di persone non hanno accesso a questa risorsa e il miglioramento dei servizi igienico-sanitari, altro obiettivo fondamentale per uno sviluppo sostenibile, sembra ancora molto lontano.
“Abbiamo raggiunto un grande traguardo per tutte le persone del mondo. Questo è il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio conseguito”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. “Gli sforzi per ampliare le possibilità di accesso all’acqua potabile rappresentano un segnale concreto per coloro che hanno pensato che questi Obiettivi non fossero un sogno, ma uno strumento vitale per migliorare la vita di milioni di persone tra le più povere al mondo”. Anche Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef, si è dichiarato entusiasta: “Questa è una buona notizia specialmente per i più piccoli. Ogni giorno più di 3 mila bambini muoiono per malattie legate alla diarrea. Il raggiungimento di questo obiettivo traccerà la direzione per salvare molti bambini”. Secondo un recente studio pubblicato sul “Bulletin of the World Health Organization”, infatti, una delle più diffuse malattie dovute alla scarsità di acqua potabile, il colera, colpisce circa 3 milioni di persone ogni anno: di queste, metà sono bambini sotto i 5 anni.
Stando al rapporto, a fine 2010, l’89 per cento della popolazione mondiale, circa 6,1 miliardi di persone, ha avuto accesso a fonti migliorate d’acqua potabile. Si tratta dell’1 per cento in più rispetto all’88 per cento prefissato sulla tabella di marcia e ed entro il 2015 la percentuale salirà al 92. Tuttavia, ancora l’11 per cento della popolazione (783 milioni) non ha accesso all’acqua potabile e 2,5 miliardi di persone non godono di servizi igienico-sanitari. Il mondo è ancora lontano dal raggiungimento dell’obiettivo sui servizi igienici, importante per garantire la salute delle popolazioni, ed è improbabile che riuscirà a farlo entro il 2015. Solo il 63 per cento dei paesi ha migliorato l’accesso a questi servizi, cifra che arriverà al 67 per cento entro il 2015, ben al di sotto del 75 per cento previsto dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Molte le sfide ancora da affrontare. Per esempio, le disparità tra regioni e paesi e all’interno dei paesi stessi. Solo il 61 per cento della popolazione dell’Africa subsahariana ha accesso a fonti idriche migliorate, a fronte di oltre il 90% in America Latina, nei Caraibi, nel Nord Africa e in gran parte dell’Asia. Più del 40 per cento della popolazione globale che manca di accesso ad acqua potabile vive nell’Africa sub sahariana. Inoltre, in quei paesi in cui le risorse idriche non sono facilmente accessibili, si legge nel report, l’onere di portare l’acqua ricade sulle donne e le ragazze. E ancora, in molti paesi le persone più ricche hanno visto un maggior miglioramento nell’accesso all’acqua e ai servizi igienici, mentre i più poveri sono ancora indietro. Difficile la situazione delle aree rurali dei paesi meno sviluppati, dove 97 persone su 100 non hanno acqua corrente e il 14 per cento della popolazione beve l’acqua da fiumi, stagni o laghi.
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Nel video: Lenny Kravitz testimonial Unicef per salvare milioni di bambini e le loro famiglie in tutto il mondo, garantendo l’accesso all’acqua potabile e a servizi igienici adeguati.