Nel 2001, in Italia, i reati ambientali sono stati più di 30.000. E’ il dato mostrato quest’oggi da Legambiente, nel rapporto “Ecomafia 2002”, presentato a Roma nel corso di un incontro al quale hanno partecipato numerosi esponenti politici, dal ministro dell’ambiente Altero Matteoli al procuratore antimafia Piero Luigi Vigna. Secondo quanto emerge dal documento, il potenziale giro d’affari dell’ecomafia è aumentato del 4,5 per cento (nel 2001 ha superato i 14.000 milioni di euro), il che mostra quanto la criminalità organizzata sia sempre più interessata a questi aspetti del nostro territorio. Inoltre, gli illeciti non si limitano all’abusivismo edilizio (con oltre 28.000 casi), ma comprendono anche il traffico illegale dei rifiuti, la gestione delle discariche, il commercio clandestino di opere d’arte e di esemplari di fauna protetta. Lo scorso anno i reati ambientali sarebbero stati 31.201, le persone denunciate o arrestate 25.980 (20 per cento in più rispetto al 2000), i sequestri 8.723 (21 per cento in più). Questi risultati dimostrano una maggiore efficienza nei controlli, tuttavia, denuncia il rapporto, potrebbero essere vanificati da alcune iniziative del governo Berlusconi: la sanatoria in Sicilia, la deregulation insita nella Legge Obiettivo, il condono dei reati ambientali. “In questi anni è cresciuto l’impegno delle forze dell’ordine”, ha spiegato il presidente di Legambiente, Ermete Realacci, “ma restano poco vincolanti o trasparenti le procedure che portano alla realizzazione di un progetto”. (a.ca.)