Meglio mangiare poco

Il digiuno e la limitazione calorica ritardano l’insorgere della malattia di Huntington nei topi. Lo hanno dimostrato alcuni scienziati del National Institute of Aging (Nia), in uno studio pubblicato su Proceedings of The National Academy of Sciences. La Corea di Huntington comporta una progressiva degenerazione delle cellule nervose in alcune zone del cervello causando disturbi del movimento e cognitivi. I ricercatori del Nia, guidati da Mark Mattson hanno introdotto nei topi il gene umano mutato responsabile del morbo, riproducendo così il quadro clinico della malattia nel sistema murino. E hanno osservato che i sintomi neurologici erano accompagnati da anomalie nel metabolismo del glucosio, una condizione simile al diabete che si riscontra anche nei pazienti umani. Mattson allora ha sottoposto i topi a un regime alimentare costituito da una dieta ipocalorica o da digiuni alternati a piccoli pasti. Con il risultato che gli animali trattati in questo modo manifestavano più tardi i sintomi della malattia e sopravvivevano più a lungo. E le zone critiche del cervello presentavano una minore degenerazione dei neuroni rispetto ai topi che avevano mangiato normalmente. Alcune precedenti ricerche avevano già mostrato l’importanza della restrizione calorica nell’allungamento della vita negli organismi inferiori e in animali di laboratorio. Questa scoperta ora spinge gli scienziati a considerare più seriamente le diete ipocaloriche come misura preventiva per questa e altre malattie degenerative legate all’età anche negli esseri umani. (v.n.)

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