Roma, 10 gennaio 2004. Un rapido passaggio, formale e la legge 1514 sulla fecondazione artificiale è stata definitivamente licenziata dal Parlamento. Attende ora il visto del Presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Insomma, ancora un mese o poco più e sarà legge per tutti. Intanto cresce la preoccupazione per l’impatto che le nuove norme avranno sulla salute della donna, del nascituro e sullo sviluppo della ricerca scientifica nel Paese. Così si era espresso Umberto Veronesi ma anche premi Nobel come Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco, sottoscrittori di un appello all’indomani del voto del Senato. E così si esprimono oggi, ancora una volta, le voci provenienti dal mondo dell’associazionismo femminile e non solo. Anche nelle università e nei laboratori di ricerca, contro la legge si stanno coagulando nuclei di cittadini favorevoli a un approccio laico delle politiche. E all’appello non mancano le organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini e dei malati. Questa legge si connota infatti per le gravi limitazioni imposte alla libertà di tutti e, in particolare, dei medici e dei biologi, come operatori del settore, e dei loro pazienti. Il tutto nel nome di un’astratta tutela dell’entità più filosofica che biologica del concepito (ovocita fecondato dallo spermatozoo), inteso dal Legislatore come persona e come titolare di diritti preminenti rispetto alla madre. Rapidamente il no alla legge ha unito e ricollegato le diramazioni di un movimento culturale laico che rivive soprattutto grazie a Internet, ai siti web, alle mailing list telematiche e ai dibattiti sui forum. Il 19 gennaio a Milano la Consulta di Bioetica (www.consultadibioetica.it), con un incontro presso la Casa della cultura ha inaugurato di fatto una lunga catena di eventi che sembrano avere come termine emblematico, per questa prima fase di programmazione, la data dell’8 marzo. E’ così che il 23 gennaio scorso a Roma è stata presentata pubblicamente la costituzione di un cartello dal nome “Insieme contro la legge 1514” che riunisce associazioni di malati e di coppie infertili, società scientifiche (Sifes, la Sigo, la Sios, l’Aogoi) ed enti che elaborano una cultura laica nel nostro Paese. Oltre venti di queste organizzazioni sono intervenute anche nella manifestazione promossa il 24 gennaio dalle parlamentari del centro-sinistra al Teatro Capranica: una sala affollata di donne, ma anche di uomini di età e provenienze diverse, che si sono fatti promotori di dibattiti pubblici in numerose città italiane. Un calendario serrato che ha preso il via il 30 gennaio a Caltanisetta con una riunione dei Cittadini per la Democrazia seguito il 3 febbraio a Milano dalla creazione del “Gruppo Procreativo”, per iniziativa della Libera Università delle Donne (info: email remido147@supereva.it). I 7 febbraio è stata la volta di Bologna dove si è svolta la prima manifestazione nazionale in piazza dopo l’approvazione della legge 1514. Per due giorni la città è stata al centro di una fitta agenda di iniziative e di eventi per discutere e confrontarsi anche sul cosa fare, oltre che sugli strumenti per comunicare e discutere materie così complesse per le loro implicazioni e per la maggioranza dei cittadini (nel coordinamento le ragazze del Sexyshock e di (A)matrix www.ecn.org/contrazione o www.infosexyshock@inventati.org).A Catania il 9 febbraio nella Facoltà di Scienze Politiche, in un dibattito pubblico sono intervenuti i ginecologi Carlo Flamigni e Nino Guglielmino, il bioeticista Demetrio Neri, la parlamentare Anna Finocchiaro. Il 10 febbraio a Roma, in contemporanea con la definitiva approvazione della legge da parte della Camera dei deputati, davanti a Palazzo Montecitorio, si è svolto un sit-in che ha visto in prima linea Luca Coscioni, presidente dell’omonima Associazione(www.lucacoscioni.it)la libertà di ricerca. Il giorno successivo a Cagliari la sezione dei Ds in riva di Ponente ha aperto le porte a medici, coppie infertili, parlamentari. A Recanati, nelle Marche, per 12 febbraio i collettivi studenteschi hanno organizzano un incontro-dibattito sulla legge, presso la sede del circolo ARCI, con la partecipazione di Marisa Abbondanzieri, parlamentare Ds, Nera Gavina responsabile Salute Arcilesbica Nazionale, Aldo Polsonetti, ginecologo. Di nuovo a Roma dal 12 al 15 febbraio, nell’ambito della “Settimana Anticoncordataria 2004”, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti organizza diversi appuntamenti (info: www.uaar.it). E dal 16 febbraio nella Capitale si animano le sezioni periferiche dei Democratici di sinistra per iniziare un percorso di tre incontri di informazione sulla legge 1514. Appuntamento alle ore 18,00 in via della Cicala, 3 (info: e-mail denisesbarra@libero.it) per arrivare a un convegno di chiusura il 18 marzo. Il 19 febbraio è la volta di Genova: al Teatro Modena (quartiere San Pierdarena) il Coordinamento “Libere di Scegliere” dà luogo a un happening con letture di testi letterari, interventi di donne parlamentari, associazioni (info: e-mail lauguide@tin.it). Ancora a Roma il 23 febbraio, il partito della Margherita apre un confronto pubblico, alle ore 17,30 presso la propria sede, in via di Sant’Andrea delle Fratte, 16. Partecipano parlamentari, medici, associazioni di tutela delle coppie infertili. A Salerno il 5 marzo il Coordinamento Donne di Sinistra ed Emily Agro si danno appuntamento in località Scafati, alle ore 18,00. Tra le numerose iniziative annunciate in tutta Italia per l’ 8 marzo segnaliamo quella di Milano dove alle ore 15,00, presso l’università la Bicocca, Aula Paganini, si terrà la tavola rotonda “Le donne e la scienza”, uno dei molti incontri in calendario per l’anno in corso (info: www.sociologia.unimib.it/abcd). Il 18 marzo invece a Pisa il Coordinamento universitario di lettere e filosofia invita a Palazzo Ricci nel cuore della facoltà di lettere, il filosofo Maurizio Mori, l’antropologa Paola Bora, medici e parlamentari (info: sereleo79@hotmail.com).