Inefficienza dei servizi riabilitativi, assenza di una équipe interdisciplinare e, dove esiste, poco personale e non specializzato. L’allarme sulla situazione della riabilitazione per la sclerosi multipla è lanciato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla in occasione della Settimana nazionale (17-25 maggio) quest’anno dedicata proprio a questo problema. La fotografia desolante della situazione italiana emerge da una indagine condotta dall’Aism attraverso un questionario inviato agli Assessorati regionali alla Sanità. Le risposte sono state solo 14. Di queste, solo 7 hanno descritto una realtà capace di garantire servizi di riabilitazione. I servizi riabilitativi disponibili sul territorio italiano quindi non sono adeguati alle esigenze delle persone con SM. E nelle Regioni dove esistono, sono “a macchia di leopardo”, con differenze tra città e città. Questo in contrasto con gli impegni espressamente indicati nelle Linee guida del Ministero della Sanità per le attività di riabilitazione: la sclerosi multipla è una di quelle malattie che ha bisogno di un particolare intervento di riabilitazione e soprattutto continuato nel tempo.Come se non bastasse i pazienti spesso non sono seguiti da un’équipe interdisciplinare e la riabilitazione si riduce alla fisioterapia. Al contrario il percorso riabilitativo deve essere realizzato e gestito da diverse figure professionali (fisioterapista, fisiatra, sessuologo, urologo, psicologo, terapista occupazionale e neurologo,) e deve vedere protagonisti la persona con SM e la sua famiglia. La sclerosi multipla è una malattia degenerativa che colpisce la guaina delle fibre nervose causando nel corso del tempo difficoltà nel camminare, parlare, deglutire. Le persone colpite da SM, che in Italia sono 52.000, possono avere problemi a svolgere le attività quotidiane, sul posto di lavoro e a casa. Ecco perché la riabilitazione diventa cruciale: per far si che la disabilità non si trasformi in un handicap. Un obiettivo che negli altri paesi d’Europa, compresi quelli appena entrati a far parte dell’Unione, sembra essere già patrimonio comune. Messa a confronto con quelle presenti negli Stati membri la rete di riabilitazione italiana infatti è praticamente ultima. In Italia nonostante esista il Servizio Sanitario Nazionale (presente solo nel 60 per cento dei paesi europei), la riabilitazione non è nelle priorità effettive dei servizi. Negli ospedali e nei centri ambulatoriali, non esiste un servizio di terapia occupazionale presente, invece, nel 70 per cento dei paesi europei inclusi i paesi dell’est (Estonia, Lituania e Slovenia). Assente anche lo psicologo, una realtà invece nel 75 per cento dei centri ambulatoriali dei paesi dell’Europa allargata. Sul nostro territorio è difficile avere un servizio di uroriabilitazione negli ospedali e nei centri ambulatoriali, servizio disponibile in 17 paesi europei. In Italia, come nell’80 per cento dei paesi dell’Europa, sono disponibili gli ausili soprattutto per la mobilità. Se, invece, andiamo a considerare quelli per la vita quotidiana, tanto importanti per la qualità di vita di una persona con sclerosi multipla, questi non sono disponibili in Italia ma in questo caso siamo in compagnia di Francia, Grecia, Slovacchia ed Estonia.“La riabilitazione è uno dei capisaldi della riforma sanitaria e non può essere ignorata”, ha dichiarato Mario Alberto Battaglia, presidente dell’Aism. “Chiediamo quindi che venga garantita l’applicazione delle linee guida e che venga definito un piano riabilitativo per ogni persona. Che i servizi vengano organizzati in maniera più efficace ed efficiente sul piano territoriale, aumentando le risorse destinate alla riabilitazione o migliorando la gestione di quelle attualmente destinate a questo scopo”.Aumentare le risorse per la riabilitazione è un vero investimento. Le persone che seguono un percorso riabilitativo corretto infatti hanno una migliore qualità di vita, sono più indipendenti e a lungo andare pesano di meno sul servizio sanitario nazionale. Per questo non deve essere dimenticata anche la ricerca nel campo della riabilitazione. Una delle aree individuate da Aism e dalla sua Fondazione per il finanziamento dei progetti. “Il nostro impegno ha consentito di dimostrare l’efficacia effettiva della riabilitazione per le persone con SM con metodi scientifici di assoluto rigore, di valutare i problemi di equilibrio e quelli legati al tremore degli arti”, ha concluso Battaglia. “L’assoluto rilievo dei risultati raggiunti non può che sottolineare l’importanza di nuovi finanziamenti che vedano, accanto all’impegno dei privati, anche quello dello Stato”.