I topi utilizzano i baffi così come gli esseri umani utilizzano i polpastrelli per percepire il mondo fisico che li circonda. Una ricerca svolta alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzatati di Trieste (Sissa) e pubblicata su PloS Biology di Gennaio mostra come questo avvenga. Le vibrisse del topo, azionati da piccoli muscoli sottocutanei, spazzolano le superfici con movimenti ritmici e comunicano ai neuroni del cervello le caratteristiche fisiche della superficie sondata. Come afferma uno dei ricercatori, Mathew Diamond, “è come se ogni superficie producesse nelle vibrisse una sua propria firma cinetica, definita da quanto velocemente e in quale direzione esse vibrano”. Sempre secondo Diamond questa ricerca ” è un risultato importante anche al di là degli studi sulla percezione animale, perché getta luce sui profondi meccanismi neurali che traducono il tatto in riconoscimento”. (b.s.)