I bambini che convivono con un fratello nei primi sei anni di età, hanno minori possibilità di sviluppare la sclerosi multipla. L’ipotesi è stata proposta da Anne-Louise Ponsonby dell’ Australian National University di Canberra. Secondo la ricercatrice australiana, i bambini che contraggono infezioni nei primi anni di età (“provenienti”, per esempio, dalle malattie dei fratelli) riducono le possibilità che il loro sistema immunitario sviluppi malattie autoimmuni nell’età adulta.
La sclerosi multipla, infatti, è una malattia in cui il sistema immunitario riconosce come estranea, distruggendola, la mielina che ha il ruolo di isolare le fibre nervose consentendone la conducibilità elettrica. Lo studio ha riguardato 136 persone con diagnosi di sclerosi multipla e 272 soggetti sani. È stata analizzata la presenza nel sangue degli anticorpi contro il virus che causa la mononucleosi che è considerata un fattore di rischio nei confronti della sclerosi multipla. Secondo Ponsonby i risultati possono essere spiegati con il fatto che, probabilmente, la frequente attività del sistema immunitario predispone difese più valide nei confronti del virus che causa la mononucleosi. Un ambiente quasi troppo igienico potrebbe essere uno dei fattori che ha portato il numero dei malati di sclerosi multipla a triplicarsi dal 1961 al 1996 nella popolazione australiana. (g.ca.)