Bloccare la produzione di acidi all’interno delle cellule per aumentare l’efficacia di un vaccino. È quello che hanno provato a fare i ricercatori guidati da Vincenzo Barnaba, dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. E ci sono riusciti, come scrivono su The Journal of Experimental Medicine: le persone che, insieme al vaccino per l’epatite B, ricevono una dose di clorochina, uno dei farmaci antimalarici più usato nel mondo, presentano una risposta immunitaria maggiore. Molti vaccini sono fatti a partire da proteine solubili derivate dai patogeni da cui si vuole immunizzare chi lo riceve. Sono proprio queste molecole che devono innescare l’azione delle cellule T citolitiche: individuare e uccidere le cellule infette. Perciò più queste cellule sono attivate, più efficace è il vaccino. Ma le proteine che compongono i vaccini sono spesso frammentate in piccoli pezzi che vengono “digeriti” velocemente da speciali vescicole cellulari ricche di acidi. Per questo l’esposizione alla clorochina, che blocca l’acidità di questi “sacchetti”, permette alle proteine di evadere e confluire nel citoplasma. Una singola dose di clorochina aumenta la risposta cellulare al vaccino per l’epatite B fino al 70 per cento, suggerendo quindi, concludono i ricercatori, che questo tipo di medicinali possano essere usati come supplemento per le vaccinazioni. (l.g.)