Negli ultimi due anni il numero di persone dei paesi in via di sviluppo che hanno avuto accesso ai trattamenti antiretrovirali per la cura dell’Hiv è triplicato, passando da 400.000 del dicembre 2003 a 1,3 milioni del dicembre 2005. Un dato positivo, ma decisamente più basso rispetto alla soglia che era stata inizialmente prefissata. La notizia è contenuta nell’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e del Programma delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids (Unaids), appena presentato a Ginevra, che traccia un bilancio finale del piano “3 per 5”. Lanciato il 1 dicembre 2003, il piano dell’Onu “3 per 5” aveva come scopo quello di fornire il trattamento per la cura contro l’Aids a tre milioni di persone dei paesi in via di sviluppo entro la fine dello scorso anno. Il risultato è stato inferiore a quanto inizialmente sperato: solo 18 paesi hanno raggiunto gli obiettivi, ed è stata garantita assistenza a meno della metà di coloro che ne avevano bisogno. I maggiori benefici sono stati raggiunti nei paesi dell’Africa sub-sahariana in cui coloro che hanno usufruito delle cure sono passati da 100.000 a 810.000: il 17 per cento dei malati. Le persone trattate nell’Asia dell’Est, del Sud e del Sudest sono passate, nell’ultimo biennio, da 70.000 a 180.000, mentre in America Latina e nei Carabi da 210.000 a più di 315.000. Meno rosea la situazione nell’Europa dell’Est, nell’Asia centrale, nell’Africa centrale e settentrionale, dove l’accesso ai trattamenti è stato inferiore rispetto alle altre regioni. Complessivamente, solo nel 2005, nei paesi in via di sviluppo l’incremento della disponibilità di trattamenti ha evitato la morte a circa 250.000-350.000 persone. L’esperienza del piano “3 per 5” guiderà le nuove iniziative per la prevenzione e il trattamento contro la piaga dell’Hiv. Il prossimo obiettivo dell’Oms e dell’Unaids è l’accesso universale ai trattamento entro il 2010. (g.c.)