Gli asteroidi troiani, in astronomia, sono quei corpi celesti che condividono l’orbita di un pianeta o di un satellite naturale, ma che non vi collidono mai, collocandosi in posizioni stabili definite punti Lagrangiani. Diversi di questi oggetti sono già stati trovati sulla scia di alcuni pianeti del nostro Sistema solare: i più numerosi sono quelli di Giove, stabili da più di cinque miliardi di anni, ma ve ne sono anche per Marte, Nettuno e la Terra (2010 TK è l’unico asteroide troiano della Terra per ora conosciuto). Gli scienziati però finora ritenevano che regioni quali quelle di Saturno e Urano fossero troppo instabili per ospitarne, a causa dell’attrazione gravitazionale esercitata dagli altri corpi celesti. A quanto pare invece non è così.
Dopo aver osservato la zona dei pianeti giganti per 17 mesi tramite il Canada-France-Hawaii Telescope, Mike Alexandersen e il suo team di ricercatori della University of British Columbia hanno infatti potuto provare il contrario, almeno per quanto riguarda Urano: gli scienziati hanno infatti scoperto un oggetto sub-planetario, composto principalmente da roccia e ghiaccio e denominato 2011 QF99, che condivide temporaneamente l’orbita con il pianeta. I risultati ottenuti sono stati resi noti in uno studio pubblicato su Science.
Grazie alle misure della magnitudine del corpo, che si trova a circa 3 miliardi di km dal Sole, i ricercatori hanno potuto valutare che le sue dimensioni si aggirano attorno ai 60 km di diametro. 2011 QF99 e Urano tuttavia non orbiteranno insieme in eterno: la deviazione nella traiettoria dell’oggetto mostra che esso manterrà il suo stato ‘troiano’ per circa 700mila anni prima di lasciare il pianeta.
Il team ha inoltre utilizzato i dati ottenuti per calcolare quanti dei corpi celesti sub-planetari che si trovano oltre Giove siano anche troiani di Urano in un qualsiasi momento: i risultati mostrano che circa lo 0,4% di questi oggetti lo sono, implicando che esiste una popolazione costante di asteroidi troiani che temporaneamente (anche se a volte per milioni di anni) condividono l’orbita con Urano.
“Sorprendentemente, il nostro modello ci dice che in un istante qualsiasi il 3% degli oggetti sparsi tra Giove e Nettuno dovrebbe essere co-orbitale di Urano o Nettuno”, ha commentato Mike Andersen. Questa percentuale non era mai stata ricavata prima, ed è molto più alta delle stime precedenti. “Questo ci dice qualcosa sull’attuale evoluzione del Sistema Solare”, aggiunge il ricercatore: “Studiando i processi con cui gli asteroidi troiani vengono temporaneamente catturati, possiamo capire meglio come gli oggetti migrano nelle regioni planetarie del Sistema Solare”.
Riferimenti: Science doi: 10.1126/science.1238072
Credits immagine: Nasa via Wikipedia