È stato un successo col botto, costato 150 milioni di dollari, quello del primo lancio del nuovo veicolo spaziale costruito dalla Nasa. Si chiama Low Density Supersonic Decelerator (Ldsd) ed è una sorta di disco volante: lo hanno sviluppato gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) del Caltech in previsione di future missioni su Marte. Il primo volo è andato alla perfezione, eccetto un problema all’atterraggio.
Il test prevedeva quattro fasi: ascesa controllata, propulsione, decelerazione, discesa. Nella prima fase il veicolo, attraverso un pallone pieno di elio, è trasportato ad un’altitudine di 120000 piedi (circa 36,5 km). Una volta raggiunta questa quota i motori del Ldsd si accendono e il pallone d’elio si sgancia dando il via alla seconda fase, quella di propulsione, in cui il disco volante raggiunge velocità supersoniche (oltre 4 volte la velocità del suono). Non appena arrivati ai 180000 piedi di altitudine (circa 55 km) inizia la fase di decelerazione, che prevede l’utilizzo del Supersonic Inflatable Aerodynamic Decelerator (Siad), una specie di ciambella gonfiabile posta attorno al veicolo, che ne rallenta drasticamente la velocità. L’ultima fase, quella di discesa, vede impegnato il Supersonic Disk Sail Parachute, un enorme paracadute che si apre per favorire l’atterraggio del disco.
Tutto secondo i piani, o quasi. L’impatto con la superficie dell’oceano Pacifico, infatti, è avvenuto a una velocità maggiore di quanto previsto a causa dell’apertura parziale del paracadute. Un urto che non avrebbe lasciato scampo ad un ipotetico equipaggio, tuttavia dalla Nasa valutano in maniera positiva l’esito del test: “In un certo senso, questa esperienza è più preziosa in confronto ad un lancio andato secondo i piani”, ha detto Dan Coatta, uno degli ingegneri Nasa. Sul successo dell’esperimento si è espresso anche Ian Clark, direttore dell’équipe del Jpl: “Visto che il volo è andato così bene, abbiamo avuto la possibilità di usare il Siad senza problemi. Il suo utilizzo è risultato ottimale e questo ci ha permesso di testare l’enorme paracadute con quasi un anno di anticipo rispetto al previsto”.
Quello di sabato è stato solo il primo dei tre test previsti per il disco volante nei prossimi anni. Già dal prossimo lancio, grazie all’analisi dei dati raccolti in questo tentativo, gli scienziati si aspettano un notevole miglioramento perché, come sottolinea Michael Gazarik capo della tecnologia spaziale alla Nasa, “lo sviluppo tecnologico è la strada più sicura per Marte”.
Credits immagine e video: Nasa