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A spasso sull’asteroide Vesta, con una app

Si chiama Vesta Trek, ed è una app per il web (quindi accessibile con un qualsiasi browser su questo sito internet) che ci permette di esplorare Vesta, uno dei più grandi asteroidi del Sistema Solare.

Con un diametro di 525 chilometri, Vesta, situato nella fascia degli asteroidi a circa 188 milioni di chilometri dalla Terra, è secondo in grandezza solo a Cerere, e costituisce circa il 9% della massa della fascia stessa. Non solo, Vesta è anche l’ultimo protopianeta roccioso rimasto, dello stesso tipo di quelli che diedero origine ai pianeti rocciosi di cui la Terra fa parte.

Grazie ai dati ottenuti dai molteplici strumenti equipaggiati sulla sonda Dawn della Nasa (tra cui lo spettrometro VIR, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Inaf), che ha studiato l’asteroide da luglio 2011 a settembre 2012, i ricercatori hanno messo insieme un set di strumenti user-friendly che permetteranno agli appassionati, scienziati e non, di studiare le caratteristiche dell’asteroide.

Nell’app sono incluse, tra le altre cose, delle mappe interattive contenenti dati riguardanti la topografia, la mineralogia, la presenza e abbondanza di elementi chimici, oltre che a strumenti per misurare diametri, altezze e profondità. E’ anche possibile, collegando il computer a una stampante 3D, esportare mappe che possono essere usate per stampare modelli tridimensionali della superficie di Vesta.

“Niente è paragonabile a vedere qualcosa con i propri occhi,” ha commentato Kristen Erickson, direttrice del Science Engagement and Partnerships della Nasa: “Ma questo tipo di dettagliata visualizzazione di dati è la cosa che ci va più vicino. Siamo elettrizzati per il rilascio di Vesta Trek al pubblico, non solo come strumento scientifico, ma anche come portale per un’esperienza che permetterà una maggiore comprensione di Vesta e degli asteroidi in generale”.

Nel frattempo, Dawn, lanciata nel 2007, continua la sua esplorazione della fascia degli asteroidi, dopo aver raggiunto Cerere all’inizio di marzo di quest’anno (vedi Galileo: Perché portare una sonda nell’orbita di Cerere): i nuovi dati ottenuti verranno implementati nella app, aumentando la precisione delle mappe e delle misure in essa presenti.

Riferimenti: Nasa

Credits immagine: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

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