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Da cosa sono attirate le zanzare

Piaga immancabile nel periodo estivo, le zanzare sono un nemico difficile da combattere. Molti dei rimedi più comuni, come zampironi, cetronella e repellenti sonori, sono infatti scarsamente efficaci (se non completamente inutili) e spesso non resta quindi che arrendersi, e convivere con le loro fastidiose punture per tutti i lunghi mesi dell’estate. Per cercare una soluzione definitiva, un team di ricercatori del California Institute of Technology e della Washington University ha studiato nel dettaglio il sistema con cui questi insetti identificano le loro vittime. I risultati, pubblicati sulla rivista Current Biology, svelano un complesso meccanismo a tre fasi, che sfrutta indizi chimici, visivi e termici in base alla distanza dall’obbiettivo.

Nello studio i ricercatori hanno analizzato il comportamento delle zanzare alla ricerca di una preda all’interno di un tunnel del vento, seguendo i loro movimenti con diverse telecamere e un software di tracciamento 3D. Hanno così scoperto che il primo indicatore utilizzato dagli insetti è l’anidride carbonica esalata dal respiro delle sue vittime. Le zanzare possono infatti individuare la giusta percentuale di CO2 (corrispondente alla presenza di una potenziale vittima) fino a 50 metri di distanza, e ne seguono le indicazioni fino ad una distanza di circa 10 metri dall’obbiettivo.

A questo punto entra in gioco un secondo sistema sensoriale: quello visivo, utilizzato per individuare la vittima e avvicinarvisi tra i 15 e i 5 metri di distanza. Arrivati nei pressi del possibile pasto, a guidare le zanzare è quindi il calore corporeo, che gli insetti percepiscono e seguono ad una distanza di circa un metro dall’obbiettivo.

I diversi tipi di stimoli sensoriali sono utilizzati inoltre in modo integrato, e tutti e tre risultano fondamentali per la ricerca del giusto obbiettivo: uno stimolo visivo infatti non viene seguito in assenza delle giuste percentuali di CO2, e vice versa. È questa, spiegano i ricercatori, la vera novità emersa dallo studio, che potrebbe ora essere utilizzata per sviluppare nuovi repellenti, o sistemi per mascherare la propria presenza e sfuggire alle punture delle zanzare.

via Wired.it

Credits immagine: via Pixabay

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