Gli scienziati dell’Organizzazione mondiale della sanità l’hanno definito “il più grande avvelenamento di una popolazione nella storia”: secondo le loro stime, sarebbero tra 35 e 77 i milioni di persone che in Bangladesh rischiano di bere acqua contaminata da arsenico. Questa volta però l’inquinamento provocato dall’uomo non c’entra: circa la metà dei 400 pozzi esaminati dagli scienziati, infatti, supera i limiti massimi di presenza di arsenico raccomandati dall’Oms, ma il veleno ha un’origine naturale. Secondo Allan Smith, dell’Università di Berkley in California, “la scala di questo disastro ambientale è persino più grave dell’incidente di Chernobyl del 1986”. Gli effetti dell’avvelenamento da arsenico possono manifestarsi anche dopo 10 anni dall’inizio dell’esposizione e possono causare diabete, tumore della pelle, della vescica e dei polmoni. Negli anni Ottanta, quando gli abitanti mostrarono i primi segni di avvelenamento, si abbandonò l’uso delle sorgenti superficiali – più ricche di arsenico – e si scavarono milioni di pozzi più profondi. Ma, probabilmente, proprio nei pozzi ha finito per depositarsi l’arsenico a causa degli agenti atmosferici e dell’erosione della rocce. (m.be.)