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Acque profonde

L’acqua potrebbe essere presente sulla Terra a profondità fino a oggi insospettate, anche a più di 400 chilometri dalla superficie esterna del pianeta. Lo afferma, su Science, un team di geofisici guidati da Mark Van der Meijde della Eidgenössische Technische Hochschule, a Zurigo, i quali, studiando le onde sismiche generate sotto il Mediterraneo, hanno dedotto che alcune regioni poco oltre il mantello superiore del globo terrestre conterrebbero acqua per una proporzione – in peso – di 700 parti per milione. Un risultato che, se confermato, consentirebbe ai ricercatori di comprendere più in dettaglio la meccanica che porta alla creazione di faglie e anche di prevedere terremoti con maggiore attendibilità. Il mantello, ossia tutta la zona della superficie interna della Terra posta tra la crosta e il nucleo, è diviso in due parti distinte, superiore e inferiore, separate da una zona di transizione (che si estende da 400 a 700 chilometri sotto il suolo) caratterizzata dalla presenza di due forti discontinuità a livello di composizione mineralogica, rispettivamente a 410 e a 660 chilometri di profondità. Circa 1500 parti per milione di acqua, depositata dalle placche oceaniche in movimento, possono concentrarsi nelle regioni iniziali del mantello superiore, a profondità di oltre 150 chilometri; non è ancora noto, tuttavia, quanta acqua possa essere trasportata nelle aree sottostanti. Van der Meijde e colleghi hanno analizzato le onde sismiche originate nella prima zona di discontinuità, scoprendo che questa è molto più spessa (dai 20 ai 30 chilometri) di quanto ci si attendesse. La ragione più verosimile di tale estensione, secondo i ricercatori, starebbe proprio nell’interazione tra molecole d’acqua e le strutture cristalline di quella zona. (f.to.)

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