L’addio alla Mir

A Cape Canaveral è iniziato il conto alla rovescia per l’ultima missione di rifornimento alla Mir, la stazione spaziale russa ormai in via di smobilitazione dopo circa dodici anni di servizio. Condizioni meteorologiche permettendo, lo shuttle Discovery lascerà la terra alle 18 e 10 minuti di oggi (ora locale, circa mezzanotte in Italia) per andare a prelevare Andrew Thomas, ultimo astronauta americano rimasto a sulla Mir, e riportarlo a casa, il 12 giugno, dopo quattro mesi di permanenza nello spazio.

Ma non è questo l’unico obiettivo della missione: a bordo del Discovery è stato installato l’Ams (Alpha magnetic spectrometer investigation), uno strumento progettato per indagare alcuni misteri dell’universo: per esempio, l’antimateria. L’apparecchiatura è frutto della collaborazione di diverse università e istituti di ricerca, tra cui molti italiani, e deve essere testata in orbita prima della sua definitiva collocazione a bordo della futura stazione internazionale, la cui costruzione dovrebbe prendere il via entro l’anno.

Proprio in vista di questo eccezionale impegno, la Nasa decise di collaborare al mantenimento della stazione russa. L’esperienza accumulata nel corso delle nove missioni verso la Mir compiute in questi anni dagli astronauti americani sarà infatti preziosa. “Una delle cose più importanti che abbiamo imparato – ha dichiarato Frank Culbertson direttore del programma Mir-shuttle della Nasa – è che ci si deve aspettare l’imprevedibile”.

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