L’età dei positivi al coronavirus si sta abbassando e oggi circa il 18% dei nuovi casi riguarda i ragazzi con meno di 18 anni. Ma il calo è iniziato ben prima e si stima che nell’ultima settimana di gennaio 2021 le diagnosi di coronavirus nei ragazzi con meno di 20 anni sono di più di quelle relativi a tutte le altre fasce d’età sommate fra loro. In particolare, la categoria più colpita è quella dei ragazzi dai 14 ai 19 anni mentre nei bambini e negli adolescenti sotto i 14 anni i casi sono di meno. I dati arrivano da un rapporto intitolato Focus età evolutiva curato dall’Istituto superiore di sanità all’interno del monitoraggio sul Covid-19.
Quanti adolescenti colpiti
In Italia quasi 9milioni di persone hanno meno di 18 anni, circa il 15% della popolazione totale. I dati balzano agli occhi: nel mese di febbraio 2021 i nuovi casi di coronavirus rientrano per quasi il 20% fra i ragazzi con meno di 18 anni. Ma il massimo è stato raggiunto, stando al nuovo focus dell’Iss, dal 25 al 31 gennaio 2021. Alla fine di gennaio, infatti, l’incidenza giornaliera dei nuovi casi era più alta fra i 14 e i 19 anni e pari a circa 200 diagnosi su 100mila abitanti. Nello stesso periodo l’incidenza risulta minore via via che si scende con l’età sotto i 14 anni.
Nella seconda ondata sono circa 311mila gli under 20 positivi al coronavirus, di cui in tutto 3.120 sono stati ricoverati e 135 hanno avuto bisogno della terapia intensiva. I decessi sono stati in tutto 14. In questa seconda fase, dunque, gli adolescenti sembrano molto più colpiti.
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Giovanissimi, il ruolo delle scuole
La scuola e i momenti di aggregazione collegati (dagli spostamenti per raggiungerla fino all’ingresso e all’uscita) potrebbe aver avuto una parte nella crescita dei contagi nei giovanissimi. In generale le lezioni in presenza sono state riservate soprattutto alle scuole elementari e alle scuole medie inferiori, come emerge stando alle ordinanze regionali e ai dati riportati dall’Iss all’interno dell’indagine del 30 dicembre 2020 Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di Sars-Cov-2: la situazione in Italia (dati sulla Dad a pagina 11).
Il ruolo della scuola nel contagio potrebbe essere parziale soprattutto se si pensa che gli adolescenti con più di 13 anni, che frequentano le scuole medie superiori, sono più colpiti dei ragazzi più piccoli, che nella seconda ondata andavano anche di più a scuola. Inoltre è bene ricordare che nel mese di gennaio 2021 buona parte delle scuole superiori era chiusa. Come spiega il documento dell’Iss spesso è difficile stabilire se la trasmissione sia avvenuta nell’ambito scolastico e“l’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro”. Mentre sulla base dei dati forniti al 31 ottobre 2021 Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità aveva dichiarato che le scuole hanno avuto un “ruolo marginale” fino a quel momento nel diffondere il contagio la situazione resta diversa a seconda delle regioni e di difficile interpretazione.
In generale, come sottolineato anche da alcuni esperti su Wired, gli studenti stanno più a contatto, utilizzano i mezzi pubblici e stanno insieme nelle occasioni di incontro al di là delle lezioni scolastiche in aula.
Via: Wired.it
Credits immagine: Andy Falconer on Unsplash