La fiducia è una materia complessa, fatta anche di voce. Sì, perché che vogliamo ammetterlo o meno esisterebbero delle firme nascoste nel modo in cui qualcuno ci parla che ci fanno apparire quel che dice più o meno vero, e chi lo dice più o meno onesto. Lo sostiene oggi uno studio pubblicato su Nature Communications che ha analizzato per l’appunto l’esistenza di indizi nella voce che possano essere indicatori di affidabilità.
Tutto è nato, racconta il team di ricercatori guidati da Louise Goupil della University of East London e Jean-Julien Aucouturier del FEMTO-ST laboratory (Besançon, Francia) in apertura del paper, dal desiderio di comprendere meglio quali fossero i meccanismi che permettono di rivelare indizi riconducibili a onestà e vericidità nelle affermazioni degli altri. Oltre quelli usati e utilizzabili manifestamente con espressioni linguistiche, ma proprio nel modo di parlare. Qualcosa, spiegano gli autori, che fosse magari immediato e semplice. Come, appunto, il modo in cui viene detto qualcosa. Non che non esistesse già qualcosa nel campo: l’analisi del modo di parlare, attraverso o meno l’uso di pause o riempitivi, il modo di dosare volume e intonazione erano già stati analizzati in passato, senza arrivare però a conclusioni chiare, scrivono i ricercatori. Che hanno ripreso in mano la questione conducendo una serie di esperimenti per far luce sulle caratteristiche percettive che rendono una cosa detta più o meno affidabile.
Per farlo gli scienziati hanno coinvolto oltre 100 “ascoltatori” di diverse lingue (francesi, spagnoli e inglesi) ed eseguito una serie di esperimenti sfruttando strumenti come C.L.E.E.S.E. (Combinatorial Expressive Speech Engine), un sistema che permette di modificare praticamente tutte le caratteristiche di una registrazione, alterandone per esempio ora il tono, ora la velocità.
In sostanza, mettendo insieme i risultati delle loro analisi i ricercatori hanno osservato che esistono in effetti degli indizi nel parlato che possono essere percepiti come segni di affidabilità. In particolare, spiegano, vengono percepiti come segni di inaffidabilità discorsi con toni e velocità varibaili e parole pronunciate con un’intonazione crescente. Al contrario vengono percepiti come indizi di affidabilità un discorso veloce e parole pronunciate con tono decrescente. Ma non solo: i ricercatori hanno osservato che anche le percezioni di certezza e onestà, come indicatori di affidabilità, erano simili tra ascoltatori di diverse lingue. “I nostri risultati – scrivono in chiusura del paper gli autori – si vanno ad aggiungere a una mole crescente di evidenze che suggeriscono come, contrariamente a decenni di ricerca che sostengono che gli esseri umani siano altamente creduloni, esistono dei meccanismi dedicati che ci permettono di rivelare l’inaffidabilità dei nostri partner sociali efficacemente”.
Riferimenti: Cnrs, Nature Communications
Credits immagine: Jametlene Reskp on Unsplash