Sapevamo di essere figli delle stelle, ma che la famiglia costituisse la “quintessenza dell’espansione creativa dell’universo” lo abbiamo scoperto grazie al video promo del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, la kermesse che dal 29 al 31 marzo vedrà sfilare in passerella esponenti dei movimenti prolife di varie parti del mondo, ostili all’aborto, alle rivendicazioni Lgbt+ e alle storiche conquiste femministe.
Un’armata variegata e pittoresca composta da prelati di diverse confessioni e personaggi più o meno inquietanti come Silvana De Mari, medica e scrittrice che considera l’omosessualità una malattia, il senatore Simone Pillon, autore di un disegno di legge sulla “bigenitoriailtà perfetta”, o Luigi Alfonso di Borbone, pretendente al trono francese e pronipote del dittatore spagnolo Francisco Franco. E tra cui spiccano ben tre alti esponenti del governo gialloverde: Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia e l’immancabile Matteo Salvini, ministro dell’Interno. Tutti arruolati nella crociata in difesa della cosiddetta “famiglia naturale”, formata da un uomo, una donna e la prole, come sola unità stabile e fondamentale della società. Un concetto che i suoi sostenitori vogliono fondare sulla scienza e la biologia. Ma che a ben guardare ha ben poco di naturale, e nasce piuttosto da abitudini sociali peculiari, e geograficamente circoscritte.
Paese che vai, famiglia che trovi
Se lo chiedete a un antropologo, ad esempio, di famiglie e relazioni parentali ne esistono moltissime. “Parlare di famiglia naturale non ha alcun senso”, spiega Vincenzo Matera, antropologo dell’Università di Bologna. “Come tutti i fatti sociali è soggetta a un ambito vastissimo di variazione tra le popolazioni del mondo”. Esistono infatti culture che hanno forme diverse di unione parentale. Un buon esempio, racconta l’esperto, sono i Nuer del Sudan, una cultura che contempla persino il matrimonio tra donne: una donna infertile infatti può sposare un’altra donna, e sceglierle un amante con cui generare un bambino che sarà legittimamente figlio di entrambe. O ancora, gli abitanti della Nebilyer Valley in Nuova Giunea, per i quali la parentela si trasmette con il kopong, materia essenziale di tutti gli organismi viventi, che sarebbe trasmesso alla prole attraverso lo sperma e il latte materno. Particolare interessante, il kopong si trova anche nelle patate e nel maiale, e quindi è possibile creare una relazione di parentela attraverso la semplice condivisione del cibo.
“Certo, non si può mettere in discussione il dato biologico della procreazione”, aggiunge Matera, “ma non è un dato assoluto: niente si può ricondurre in modo indiscutibile e netto al dato biologico, e in ogni cultura umana la genitorialità e la forma della famiglia vengono elaborati a livello sociale”. Genitori, figli, famiglia, matrimonio, sono concetti che necessitano del riconoscimento di un’intera comunità. “Però sulla base di una nostra presunta superiorità razionale”, chiarisce lo studioso, “spacciamo una tra le forme di famiglia, la nostra, come naturale”.
Famiglia naturale: un prodotto del ‘700
In effetti anche la “famiglia naturale” che il convegno si propone di difendere non è poi così antica. Anzi a guardar bene è una tradizione tutto sommato recente, il prodotto di un periodo storico ben preciso. “Quando i relatori del Congresso parlano di famiglia naturale in realtà stanno parlando di quella famiglia nucleare eterosessuale che si è formata alla fine del ‘700, in Europa, come già spiegava il filosofo francese Foucault”, racconta Angela Balzano, ricercatrice in diritto e nuove tecnologie dell’Università di Bologna. “Prima, le relazioni familiari variavano molto a seconda della classe sociale”. Ancora nel 1700, ad esempio, nelle classi aristocratiche esistevano famiglie allargate, in cui i ruoli dei genitori erano molti diversi da quelli a cui siamo abituati. Tra i compiti delle madri ad esempio non c’era l’educazione dei figli e neppure l’allattamento e la cura, affidato alle balie. Mentre al contempo nei ceti più poveri delle città era difficile persino ritrovare qualcosa di simile a una famiglia stabile.
“Gli uomini si spostavano in continuazione per lavoro, la promiscuità era molto alta, e la famiglia nucleare praticamente non esisteva”, continua la ricercatrice. “Processi sociali e politici durati un secolo hanno poi portato a forme di famiglia più simili a quella nucleare, ma fino agli anni ’50 del ‘900 nelle campagne italiane perduravano ancora forme di famiglia molto allargate: la famiglia è insomma un processo variabile, storico e geopolitico”.
Famiglia naturale: un mito pericoloso
Presentare una “famiglia naturale” come unità stabile e fondamentale della società, come scritto nel programma del congresso di Verona, è dunque sbagliato. Un falso fondato su una versione ideologica e tendenziosa della storia e della biologia della nostra specie. Pericoloso, perché nasconde un attacco ai diritti. “Con la scusa della difesa della famiglia si vuole, per esempio, bloccare l’accesso al progresso medico e scientifico”, afferma Balzano. “È il caso della stessa città di Verona che nell’ottobre del 2018 ha approvato una mozione per finanziare associazioni che si oppongono alle interruzioni volontarie di gravidanza. Sono passi indietro. Ma non si può dire neanche che stiamo tornando al Medioevo, visto che nel Medioevo la famiglia non era proprio quella di oggi!”
l’articolista scrive che al congresso di Verona si difende una famiglia che non è naturale, poi esalta gli esponenti delle rivendicazioni Lgbt e alle storiche conquiste femministe.
Quindi secondo voi i matrimoni fra due maschi, due femmine, la maternità surrogata, l’aborto libero e senza impedimenti, i rapporti fra minori e adulti, la pedofilia ecc. rappresenterebbero la vera famiglia.
Sog. Giancarlo Cinini: si vergogni, lei non ha alcun diritto di offendere come “contrari alla vera famiglia”, il 95% dell’umanità che aborre tutto quello che va al di fuori della famiglia naturale, così come viene intesa dalla notte dei tempi, dagli albori della vita, perchè anche fra animali la madre è sempre una femmina, il padre sempre un maschio, il concepimento avviene per rapporto sessuale naturale e la nascita del piccolo avviene sempre alla stessa maniera, con un parto e la madre che immediatamente si prende cura del neonato, nutrendolo con il latte che lei stessa produce.
Anche nelle particolari forme della natura che prevede la partenogenesi, comunque è presente la dualità delle due forme.
Ma queste cose a lei non interessano, perchè mi appare evidente che lei parteggi per quella che viene chiamata “l’altra sponda”, cioè l’aberrazione del rapporto sessuale inteso come solo atto orgasmico
Caro Greg, ha perfettamente ragione nel dire che il concepimento avviene tra uomo e donna, questo è il “dato biologico” di cui parla l’antropologo Matera. Ma il concetto di famiglia biologica non esiste: esistono diverse forme di cura parentale tra le specie animali e così anche tra i popoli umani.
Non so cosa ha letto ma in questo articolo non c’è scritto nulla a favore della pedofilia o dell’aborto senza limiti. Si rilegga l’articolo con attenzione.