La scena è frequente: il protagonista fascinoso che sorseggia pensoso un drink, l’attrice brillante che dopo un bicchiere diventa ancora più simpatica… Da tempo Hollywood ha stabilito un legame preferenziale con le bevande alcoliche, così che l’abitudine al bere è sempre presente nei film USA, sia sotto forma di consumo all’interno della trama che come inserzioni pubblicitarie di marche specifiche. Una visibilità eccessiva e rischiosa che – dicono ora i ricercatori della Dartmouth Medical School (USA) in un lavoro presentato all’ultimo Congresso annuale di medicina pediatrica a San Francisco – potrebbe spingere i giovani a bere. Tanto più che spesso l’alcol è mostrato sotto una luce positiva: dà coraggio, fa superare inibizioni, consola ed è un buon modo per festeggiare.
Gli autori hanno analizzato quasi 2000 film americani, di ogni genere, usciti nelle sale nel periodo 1996-2015. Dai dati raccolti emerge chiaramente come il vero protagonista sia l’alcol: bevande alcoliche di ogni tipo compaiono quasi nella totalità dei film in esame (87%) e marche specifiche di alcolici vengono esplicitamente pubblicizzate nel 44% dei film. Lo studio mostra anche che l’esposizione di marche specifiche di bevande alcoliche è raddoppiata dal 1996 al 2015, considerando i 100 film con i maggiori incassi.
Prendendo in esame esclusivamente i film destinati ai minori, la situazione non cambia: ben l’85% dei film per ragazzi, usciti nelle sale nello stesso periodo, mostra scene di uso di alcol (in genere si tratta di adolescenti con bicchieri di alcolici o lattine di birra in mano) e nel 41% di essi appaiono marche specifiche. Persino Lisa Simpson, una delle piccole protagoniste del celebre cartone animato, un giorno cede alla tentazione dell’alcol e si ubriaca.
Questi numeri destano preoccupazione soprattutto in ambito pediatrico. La forte esposizione all’alcol, sottolineano i ricercatori, rischia infatti di influenzare il comportamento dei giovani, stimolando la curiosità verso il bere e considerando il consumo di alcol come qualcosa di normale fino a farne un uso eccessivo. E i dati confermano questi timori: le bevande alcoliche più pubblicizzate nei film sono proprio quelle più consumate dagli adolescenti americani: Budweiser è in pole position, seguita da Miller e Heineken.
Gli autori della ricerca sottolineano come negli Stati Uniti gli adolescenti inizino a bere intorno ai 10 anni, per passare rapidamente a comportamenti estremi come il binge drinking, l’abbuffata di alcol con 5-6 bevute ravvicinate. Un fenomeno che sta prendendo sempre più piede tra gli adolescenti di tutto il mondo, anche in Italia, come mostrato dai risultati del progetto Alcol e Giovani della Fire Onlus (Fondazione Italiana Ricerca in Epatologia).
Il campanello d’allarme era già stato lanciato da studi simili in Europa: per esempio, una ricerca della Bristol University ha mostrato che la probabilità di ubriacarsi è maggiore in coloro che da bambini sono stati esposti a film in cui viene fatto uso di alcol.
Al centro di questo studio anche l’indagine sulle abitudini in fatto di bevande alcoliche su un campione di 5000 adolescenti, ai quali è stato chiesto quali film avessero visto e gradito particolarmente. Tra questi, anche un’insospettabile commedia romantica: Il Diario di Bridget Jones, in cui la protagonista, dopo essere stata abbandonata dal partner, dichiara: “Non mi sarei fatta distruggere dall’uomo cattivo… Io scelsi la vodka”. Per questo, concludono gli autori dello studio, appare urgente un sistema di auto-regolamentazione efficace per limitare l’alcol nei film.