In futuro potrebbero arrivare delle novità importanti nella diagnosi del tumore del polmone. Un team di ricercatori cinesi è riuscito a perfezionare dei sensori in grado di cogliere differenze nella composizione del respiro, in particolare l’abbassamento dei livelli di una molecola chiamata isoprene, che costituiscono indizi di malattia. La ricerca, pubblicata sulle pagine della rivista Acs Sensors, arriva giusta giusta a Novembre, il mese convenzionalmente dedicato alla consapevolezza del cancro polmonare.
Tumore al polmone, perché viene a chi non ha mai fumato?
L’aria che espiriamo è composta da molte molecole diverse: c’è l’anidride carbonica e molto vapore acqueo, ma ci sono anche altre molecole volatili, tra cui l’isoprene. Già precedenti ricerche avevano concluso che un calo nei livelli di isoprene nell’aria espirata potesse costituire un indizio di tumore del polmone. Tuttavia cogliere queste differenze non è così semplice perché l’unità di misura è quella delle “parti per miliardo”: servono sensori sensibilissimi e che siano in grado di resistere all’umidità del respiro, e finora i tentativi erano stati un po’ deludenti.
Come funzionano i nuovi sensori
Nel nuovo studio, però, i ricercatori affermano di aver perfezionato sensori all’ossido di indio che possono rilevare l’isoprene ai livelli in cui si trova nel respiro umano. I nuovi sensori sono costituiti da “nanofiocchi” che contengono platino, indio e nichel e sono in grado di rilevare livelli di isoprene fino a 2 parti per miliardo. Una sensibilità mai raggiunta da altri modelli.