Nella Via Lattea potrebbero esserci fino a 36 civiltà extraterrestri “attive e intelligenti“. Niente fantascienza: a stimare quanti forme di intelligenza aliena potrebbero esistere solo nella nostra galassia sono due ricercatori dell’Università di Nottingham sulla base di un nuovo modello matematico. Si tratta di civiltà – non di forme di vita elementare – in grado di comunicare inviando segnali radio nello spazio, che un giorno potremmo captare. Gli scienziati sono partiti da una teoria esistente e hanno introdotto alcune novità con cui sono riusciti per la prima volta a ottenere la nuova stima. La ricerca è pubblicata su The Astrophysical Journal.
Caccia agli alieni intelligenti
Da diversi decenni la ricerca di vita aliena intelligente va avanti indagando sull’esistenza di forme che siano organizzate in vere e proprie civiltà, in grado di comunicare come la nostra. Celeberrimo è il programma Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) – attivo da quasi sessant’anni, grazie all’astronomo Frank Drake che nel 1961 formulò l’omonima equazione per stimare le presenze aliene nella Via Lattea – mentre è appena andato in “ibernazione” SETI@home, che da 21 anni coinvolgeva nel calcolo i pc di “volontari da casa”.
Alieni, ci sono forme di vita che comunicano?
Tom Westby e Christopher J. Conselice hanno proposto un nuovo approccio matematico per valutare l’esistenza di alieni intelligenti. Il loro modello aggira alcuni degli ostacoli presenti nell’equazione di Drake, quali elementi impossibili da calcolare se non fornendo congetture. In pratica, in qualche modo, i due ricercatori hanno reso meno astratto il modello precedente. L’ipotesi è che su pianeti nella zona abitabile e con condizioni molto simili alla Terra la vita possa essersi sviluppata in maniera quasi analoga a quanto avvenuto qui da noi.
La stima: almeno 36 civiltà aliene nella nostra galassia
Con complessi calcoli i ricercatori sono riusciti a stimare che nella nostra galassia potrebbero esserci ben 36 forme di vita aliena intelligente, in grado di comunicare. La stima rimane puramente teorica e non può essere provata sperimentalmente, per ora. Molte delle civiltà aliene si troverebbero infatti a 17mila anni luce da noi, troppo lontane per poterne captare i segnali con gli strumenti che abbiamo oggi. Tuttavia l’approccio fornisce un modello probabilistico utile anche per altri studi. Ad esempio, per verificare un eventuale segnale “sospetto”– come il segnale Wow! del 1977, la cui origine è ancora sconosciuta.
C’è però chi solleva dubbi sulla stima, tutta matematica, fatta da Westby e Conselice. Il ricercatore Oliver Shorttle, esperto di esopianeti all’Università di Cambridge – non coinvolto nello studio – ha spiegato sul Guardian che alcuni fattori a suo avviso importanti non sono stati presi in considerazione. Fra questi, le modalità con cui la vita ha avuto origine sulla Terra – un fattore non matematico – e quanti pianeti simili alla Terra e considerati abitabili potrebbero realmente supportare la vita.
Riferimenti: The Astrophysical Journal
Immagine: GooKingSword via Pixabay
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tutte le equazioni rivolte al calcolo delle civilta’, per essere credibili, devono tenere presente un incognita.Se esistiamo significa che siamo nelle leggi della fisica e della chimica. A parte qualche singolarita’, tutto l’universo risponde alle stesse leggi. L’incognita è se c’e un codice nella fisica e nella chimica che rende la vita abbastanza frequente o la vita si e’ creata come evento eccezionale!