È uno dei cavalli di battaglia di chi sostiene le virtù dell’alimentazione vegana. Oltre ai benefici per la salute, infatti, i vegani sostengono che la loro scelta sia quella più efficace anche dal punto di vista ambientale, dal momento che l’eliminazione di pascoli e allevamenti ridurrebbe le emissioni di gas serra, la deforestazione, l’inaridimento dei suoli, la desertificazione e il consumo di acqua. Ma forse, numeri alla mano, le cose non sono proprio così. Almeno è quanto sostiene un’équipe di scienziati della Friedman School of Nutrition Science and Policy alla Tuft University e di altri istituti di ricerca, che ha usato dei modelli biofisici per simulare 10 abitudini alimentari, scoprendo, tra le altre cose, che l’eliminazione totale dei prodotti animali non è il modo migliore per massimizzare l’utilizzo sostenibile del suolo. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Elementa – Science of the Anthropocene.
I ricercatori, in particolare, hanno analizzato dieci diversi scenari: una dieta completamente vegana, due diete vegetariane (una che include solo latticini, l’altra che include latticini e uova), quattro diete onnivore (con diversi gradi di influenze vegetariane), una con pochi grassi e zuccheri e una simile a quella più comune negli Stai Uniti. Stando ai risultati delle simulazioni, lo sfruttamento del suolo collegato all’alimentazione vegana permetterebbe di sfamare meno persone rispetto a quello collegato alle alimentazioni vegetariane e a due delle alimentazioni onnivere. Ovvero, come spiega Quartz, eliminare completamente e d’improvviso i prodotti a base animale potrebbe non essere la scelta più sostenibile a lungo termine per l’umanità.
Beninteso: i risultati dello studio non dicono assolutamente che un’alimentazione povera di carne sia dannosa per la salute (fatto comprovato dalla scienza, specialmente quando si parla di carne rossa o, ancora peggio, lavorata). Gli scienziati hanno analizzato solo gli effetti ambientali delle diverse diete, concludendo che, effettivamente, un’alimentazione basata principalmente su frutta e verdura, con pochi prodotti animali, sia la scelta più efficiente per la tutela dell’ecosistema. La ragione per cui un passaggio improvviso e tout-court a un’alimentazione completamente vegana potrebbe non essere la scelta migliore dipende dal fatto che in tale scenario non si ottimizzerebbe l’uso dei terreni agricoli, riducendone la produttività. Questo perché non tutti i terreni agricoli sono uguali: taluni, per esempio, danno il massimo se usati per i cereali, ma non vanno bene per frutta e verdura; talaltri sono più efficienti se destinati a pascoli e allevamenti. Considerazioni che fanno sì che una dieta abbastanza stratificata sia, calcoli alla mano, la più efficiente dal punto di vista dello sfruttamento del suolo.
Via: Wired.it