In Italia la sordità ormai rappresenta il 30 per cento di tutte le cause di invalidità sul lavoro. È questo uno dei preoccupanti dati emersi dall’ultima inchiesta dell’Istat sull’inquinamento acustico. Ogni giorno, infatti, traffico, musica ad alto volume e rumori sul luogo di lavoro aggrediscono il nostro udito. “Basti pensare che attualmente le persone colpite per cause di lavoro da riduzioni significative della capacità uditiva sono due milioni”, spiega Ornello Vitali, ordinario di Statistica economica all’Università di Roma “La Sapienza” e Consigliere d’amministrazione Istat. Ma il problema non riguarda solo i lavoratori: nel nostro Paese i bambini affetti da forme gravi sono 60 mila. E ogni anno nascono dai 600 ai 1.200 bambini con questo problema. Ad avere bisogno del sostegno scolastico sono invece tra i 7 e gli 8mila bambini l’anno. E non è tutto. L’inquinamento acustico, infatti, contribuisce alla nascita di altri disturbi. “Esposizioni prolungate al rumore”, dice Ovidio Brignoli, vicepresidente della Simg, la Società Italiana di Medicina generale, “possono causare tachicardia, variazione della pressione arteriosa e della capacità respiratoria, gastriti, nausea, alterazioni del campo visivo e della trasmissione degli impulsi nervosi. Ci sono poi gli effetti psicologici, tutt’altro che trascurabili, che possono rendere difficile la comunicazione, generare aggressività, emicrania, capogiri, inappetenza, difficoltà di concentrazione”. (f.f.)