Alle radici del sapere scientifico

Lunga vita ai libri antichi. Quale modo migliore per prolungare la loro esistenza che sistemarli in una ben organizzata biblioteca virtuale? La mostra “Le radici del pensiero scientifico”, che più di un anno fa radunò nelle sale del Rettorato di Sapienza Università di Roma il patrimonio librario dei dipartimenti scientifici dell’ateneo (riuniti nello AST, Ateneo della Scienza e della Tecnica), viene ora ripresentata in forma virtuale.

Nel passaggio dalle teche al Web si perderà certamente il fascino della carta ingiallita dal tempo, si farà fatica a cogliere i dettagli della rilegatura e del frontespizio, o le tonalità dell’inchiostro, ma si guadagneranno molte informazioni sull’autore, le sue opere e il periodo storico in cui è vissuto. Una rete fittissima di link con siti e biblioteche di tutto il mondo permette infatti agli studiosi di conoscere in pochi secondi vita morte e miracoli dei 140 testi esposti.

I libri, testimonianza del progresso scientifico della civiltà occidentale, sono archiviati lungo un percorso scandito in 22 tappe dal X secolo, che segnò la rinascita culturale e scientifica dei paesi del Mediterraneo, fino all’epoca di Einstein. Muoversi virtualmente tra le varie sezioni della “mostra”, tra cui “La Nuova Scienza”, “Il Secolo dei Lumi e della Ragione”, “La Chimica dell’Ottocento”, non è poi così diverso da attraversare i corridoi di una tradizionale biblioteca. I gesti che ci troviamo a compiere sono gli stessi (leggere la scheda bibliografica, individuare il settore dove si trova il libro desiderato, prenderlo e sfogliarlo) anche se li facciamo attraverso un mouse. La versione virtuale infatti prevede per ogni libro una scheda informativa, una sorta di carta d’identità dell’opera, che ha le stesse caratteristiche di quelle cartacee così famigliari a tutti gli archivisti e, inoltre, la possibilità di sfogliare le pagine interne dei volumi.

Tra i 140 libri consultabili per autore, titolo o anno di edizione, ci sono i pilastri della sapienza occidentale: “I dieci libri di Architettura” di Leon Battista Alberti, l’“Opera Omnia” di Francesco Bacone, il “Traitè de radioactivité” di Madame Curie, il “De Magnete” di William Gilbert, il “Traité elementare de chimie di Lavoisier”. E ancora, le edizioni cinquecentesche delle opere di Platone, Aristotele, Tolomeo, quelle seicentesche di Keplero, Copernico e Cartesio, fino ad arrivare alle prime edizioni delle opere di Einstein nel Novecento.

Un incunabolo del 1482 è il volume più antico: è il “Preclarissimus liber elementorum Euclidis perspicacissimi: in artem geometrie incipit qua[m] felicissime”,  uno dei primi libri a stampa illustrato con figure geometriche.

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