Una coppia di galassie a spirale – chiamate “Le Antenne” – che collidono a 70 milioni di anni luce dal nostro pianeta. È questo lo scatto con cui viene inaugurato Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), il radiotelescopio installato nella piana di Chajnantor, nel Cile settentrionale. Visto l’appellativo dei due soggetti ritratti, la si potrebbe definire una foto quasi propiziatoria. Al momento, infatti, l’osservatorio ha a disposizione solo 19 antenne – quasi un terzo di quelle previste – del diametro variabile di 7 e 12 metri.
L’enorme complesso, nato dalla collaborazione tra Europa, Asia e Stati Uniti, risulta diverso dalla maggioranza degli altri telescopi, che osservano la luce visibile o infrarossa. In particolare, Alma è composto da una schiera di antenne collegate tra loro che funzionano come un unico grande telescopio, capaci di catturare lunghezze d’onda molto più lunghe di quelle della luce visibile. Questa caratteristica permette agli scienziati di studiare i corpi celesti dell’Universo primordiale che si sono ormai allontanati a distanze inimmaginabili.
“Stiamo vivendo un momento storico per la scienza”, ha esordito Thijs de Graauw, direttore di Alma: “E in particolare per l’astronomia e forse anche per l’evoluzione dell’umanità perché iniziamo a utilizzare il più grande osservatorio oggi in costruzione”.
Un grande progetto in cui anche l’Italia gioca un ruolo fondamentale. Infatti, tra gli enti affiliati a Alma c’è il centro di Radioastronomia dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), sede di uno dei sette Alma Regional Center (Arc) della rete europea. L’Arc si occupa di organizzare seminari, corsi e scuole rivolti ai giovani ricercatori del settore. L’obiettivo è quello di formare degli addetti specializzati in grado di lavorare presso Alma. La penisola ha contribuito, inoltre, allo sviluppo industriale del progetto. L’azienda Thales Alenia Space è a capo del consorzio composto da Francia, Italia e Germania responsabile della futura realizzazione di 25 radiotelescopi del diametro di 12 metri.
Con gli scatti che hanno catturato la collisione de “Le Antenne” si conclude il periodo di collaudo del grande radiotelescopio. A breve, presso l’Osservatorio Alma avrà dunque inizio una lunga serie di programmi di osservazione dell’Universo – circa un centinaio – partecipati da scienziati provenienti da ogni angolo del mondo.
Foto credits: Alma (Eso/Naoj/Nrao) e Nasa/Esa Hubble Space Telescope